«Lo scenario geopolitico sta condizionando l’andamento merceologico di tutti i settori, il clima incide sempre di più sulle rese produttive e anche l’aumento del costo dell’energia e dei mezzi di produzione sta incidendo sull’economia delle imprese agricole. Nonostante ciò gli agricoltori garantiscono stabilità nelle aree interne dell’Unione europea, che coprono il 70% delle superfici, impedendone l’abbandono. Alla luce di tutto questo il sistema di regole dell’Unione Europea non ha più senso. Dovremmo produrre di più e invece produciamo regole che penalizzano la produzione.» Così ha esordito il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti all’apertura dei lavori dell’assemblea annuale, tenutasi lo scorso 8 luglio all’Università Bocconi di Milano.
In tutto ciò si inserisce il tema della Pac 2028-2034, sul quale Giansanti ha ribadito che: «Mettere in discussione il ruolo della Pac significa non capire che l’agricoltura è una delle tre sicurezze alla base della Ue: difesa dei confini, sicurezza energetica e sicurezza alimentare. Due di questi tre obiettivi sono garantiti dagli agricoltori» e invece la Commissione «sembra voler tagliare gli investimenti sull’agricoltura e rinazionalizzare la Pac».
Fondamentale per Confagricoltura è la ricerca e l’innovazione: «Senza una realtà produttiva competitiva, che contempla il via libera alle nuove biotecnologie agricole e investimenti in ricerca applicata ed innovazione, non saremo mai in grado di fornire ciò che i consumatori e i mercati ci chiedono: cibo sicuro e in quantità» ha concluso Giansanti.
«L’Italia è tornata a essere la prima agricoltura d’Europa – ha rivendicato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida nel suo intervento – sottolineando come l’azione di Governo sia riuscita a garantire maggiore solidità anche a confronto con altre nazioni europee. La situazione francese e tedesca è preoccupante per loro ma anche per noi, perché sono mercati di sbocco estremamente rilevanti per il nostro export agroalimentare. Dobbiamo eliminare la parola “guerra commerciale” dai rapporti Ue-Usa e trovare un compromesso che vada bene a entrambi. Una politica di contro dazi potrebbe portare a pagare due volte perché siamo trasformatori.»Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione UE, intervenuto a conclusione dei lavori, ha precisato che: «La discussione sul bilancio dell’Unione è molto articolata. Ci sono dei fattori che ridimensionano complessivamente il bilancio rispetto alla precedente esperienza e bisogna trovare soluzioni adeguate per costruire un bilancio più moderno. Le parole chiave sono semplificazione e flessibilità, su cui abbiamo un’esperienza molto importante fatta con la revisione dei programmi 2021-27. L’idea della Commissione – ha spiegato – è di evitare un bilancio rigido dove le scelte fatte il primo anno debbano rimanere per tutti i sette anni perché questo non consentirebbe di affrontare bene le nuove sfide determinate dalle condizioni geopolitiche.» Sui possibili tagli «non penso che ci si possa avventurare in previsioni specifiche a pochi giorni dalla presentazione delle proposte».