Al Vinitaly presentato un report del primo anno di attività del Crea-Vit sugli incroci. Ottenute 2.000 barbatelle, ma si punta a 100.000 nel quinquennio. Velasco, direttore Crea: “Cloni di Glera resistenti con robot e nuove tecnologie”

Robot e nuove tecnologie per accelerare lo screening delle piantine e arrivare a “partorire” dei veri e propri cloni di Glera, ma più resistenti alle malattie. Il progetto “Glera resistente”, frutto di una convenzione siglata da Confagricoltura Treviso e il Crea-Ve che coinvolge 17 tra le maggiori cantine delle terre del Prosecco, a un anno dal via accelera e punta a un potenziamento, anche con l’ingresso di nuovi partner, per giungere velocemente a ottenere vitigni per la produzione di Prosecco resistenti alla peronospera e allo oidio.

De Nardi VelascoAl Vinitaly, nello stand di Confagricoltura, si è fatto il punto sul primo anno di lavoro dei ricercatori del Centro di viticoltura ed enologia del Consiglio per la ricerca in agricoltura (Crea-Ve) con Riccardo Velasco, direttore del Centro di viticoltura ed enologia del Consiglio per la ricerca in agricoltura (Crea-Ve), la ricercatrice Barbara De Nardi, il direttore di Confagricoltura Veneto Luigi Bassani e il presidente di Confagricoltura Treviso e Veneto Lodovico Giustiniani.

“Ho ereditato un progetto, interazione tra pubblico e privato, che è un unicum in Italia”, ha detto Velasco, che da settembre ha preso le redini del Crea-Ve. “Faccio il genetista da 17 anni e a Conegliano non potevo trovare terreno migliore per realizzare vitigni resistenti alle malattie. In questo primo anno sono state prodotte da incroci 2.000 barbatelle, in linea con il cronoprogramma che prevede 10.000 semenzali nel quinquennio. Per un risultato più certo e più rapido dobbiamo però potenziare il progetto e arrivare a ottenere 100.000 semenzali nel quinquennio, in modo da ottenere dei “figli di Glera” resistenti il più possibile simili alla madre. Potremo farlo anche avvalendoci di speciali robot in grado di eseguire lo screening delle piantine in maniera rapida e a costi inferiori. Uno lo abbiamo appena comperato ed è arrivato da poco a Conegliano: è in grado di esaminare migliaia di campioni al giorno, selezionando le piantine che contengono i geni della resistenza. Abbiamo bisogno però di aggregare nuovi partner, cominciando dai vivai Rauscedo, che stanno lavorando agli stessi obiettivi di Confagricoltura. Io mi spingo anche oltre: auspico che in futuro si possano utilizzare tecnologie innovative che ci conducano a ottenere dei cloni di Glera, cioè copie perfette degli attuali vitigni dal punto di vista del dna, ma resistenti a oidio e peronospera. Con la Crispr/Cas9, una nuova tecnica potente che corregge i geni delle cellule, si possono fare mutagenesi biologiche. Non è ogm, perché non c’è dna esogeno, ma è un editing del genoma, vale a dire una sorta di ritocco migliorativo”.

Barbara de Nardi ha spiegato che, dopo l’analisi molecolare delle piantine, si mettono a dimora quelle che hanno i geni resistenti. Per l’anno prossimo potrebbero arrivare i primi grappoli dalle barbatelle selezionate, che forniranno i primi dati morfologici e analitici dai quali si potrà capire se e quanto si avvicinano alla Glera i nuovi vitigni ottenuti da incrocio. Le piante potranno essere sucessivamente testate nelle aziende che partecipano al progetto. La tecnica finora utilizzata prevede una serie di incroci e reincroci su Glera, con ibridi resistenti, grazie alla tecnica della selezione assistita mediante marcatori molecolari, mirati a trasferire i caratteri di resistenza e l’affinamento dei caratteri enologici.

Spiega Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto: “Stiamo intensificando le attività e le collaborazioni perché puntiamo a una vitivinicoltura attenta alla tutela degli ecosistemi e delle risorse naturali – sottolinea -. Le nuove varietà, resistenti alle principali malattie della vite, possono ridurre le perdite produttive in modo sostenibile e diminuire i costi di gestione del vigneto. Il miglioramento genetico è indispensabile per un settore come la viticoltura e il nostro progetto permetterà di arrivare a un Prosecco davvero biosostenibile, con l’utilizzo di minori trattamenti. Ci fa piacere che oggi in tanti stiano parlando della ricerca sulle varietà resistenti. Se ne sta parlando anche a livello normativo, perché anche a livello comunitario bisognerà armonizzare le leggi esistenti con il progresso scientifico. Confagricoltura è per un’agricoltura che sia sostenibile a livello ambientale, sociale ed economico”.

Le cantine che partecipano al progetto, tutte della zona di Valdobbiadene, sono Le Rive, Ruggeri & C, Foss Marai, Fratelli Bortolin, Le Contesse, Biancavigna, Masottina, Borgoluce, Luca Ricci, Col Vetoraz spumanti, Adriano Adami, Le Colture, Fratelli Mercante, Abbazia di Busco, Tenuta San Giorgio, Marcello del Majno, Graziano Merotto.