Al convegno promosso in collaborazione da Confagricoltura Veneto e Confagricoltura Vicenza dopo le rispettive assemblee, è risuonato concorde l’invito al rinnovamento a tutti i livelli

convegno-vicenzaLa sala era piena di agricoltori attentissimi e solo l’ora tarda ha impedito di proseguire un dialogo che si stava facendo sempre più interessante. E’ quanto ha riconosciuto il direttore de “L’informatore agrario”, Antonio Boschetti , che ha moderato il convegno, promosso da Confagricoltura Veneto e Confagricoltura Vicenza, dedicato ai progetti di rinnovamento dell’Organizzazione per fronteggiare le nuove sfide cui le aziende agricole non possono sottrarsi.
Se il sindacato deve cambiare, dunque, è per stare a fianco dell’impresa nel cammino di rinnovamento che deve percorrere: questa è la sua mission. Lo ha affermato esplicitamente, durante il convegno, il direttore generale di Confagricoltura Luigi Mastrobuono, salito in Veneto anche per perfezionare la sottoscrizione del contratto di rete fra Unioni e Federazione regionale. Mastrobuono ha prospettato un orizzonte economico ampio ed impegnativo, cui le imprese sono chiamate ad adeguarsi al più presto, caratterizzato dall’internazionalizzazione e quindi dalla necessità di offrire ciò che vuole il mercato mondiale, dalla spinta ineludibile all’aggregazione all’interno delle filiere produttive, dal pragmatismo postideologico. Di conseguenza, ha proseguito il direttore generale di Confagricoltura, deve cambiare anche la nostra associazione, per stare a fianco delle imprese mettendo a loro disposizione gli strumenti per lo sviluppo.
Nell’introdurre i lavori, il presidente di Confagricoltura Vicenza, Michele Negretto, aveva elencato con chiarezza le questioni su cui l’impresa chiede il sostegno del proprio sindacato: la riduzione dei costi di produzione, l’aggregazione dell’offerta, l’alleggerimento di una fiscalità opprimente ed esosa, la semplificazione di una burocrazia troppo complessa e comunque costosa, una diversa gestione del territorio, colpito da eventi meteorologici sempre più catastrofici.
L’assessore Franco Manzato , chiamato indirettamente in causa da Negretto, ha ricordato l’importante lavoro che la Regione sta compiendo sul prossimo Programma di Sviluppo Rurale, riducendo le misure di 2/3 rispetto alla programmazione precedente e quindi portandole a 42, indirizzando le risorse prevalentemente alle imprese agricole piuttosto che a realtà pubbliche e parapubbliche, diversificando gli interventi finanziari rispetto all’orientamento del vecchio PSR, tutto concentrato sul contributo in conto capitale. Purtroppo, ha precisato l’assessore veneto all’agricoltura, accanto alle luci rimangono delle ombre. In particolare, le Regioni più virtuose, come il Veneto, non sono state premiate con una maggiore entità di risorse disponibili; il Piano irriguo nazionale rimane finanziato attingendo dai bilanci agricoli e non dalla fiscalità generale dello Stato; è mancata, in sede di riforma della PAC, una strategia forte sulla zootecnia, nonostante le ripetute sollecitazioni da parte della Regione.
I lavori del convegno sono stati chiusi dal nuovo presidente di Confagricoltura Veneto Lorenzo Nicoli. Questi ha fatto una sintesi dei problemi sollevati dai precedenti interventi e in particolare da Mastrobuono, ribadendo che l’Organizzazione deve fare ciò che corrisponde alle esigenze delle aziende, seguendo lo slogan “la mente al futuro guardando al passato”: vale a dire, aperti alle sfide che il domani ci presenterà sulla solida base della nostra tradizione. Nicoli ha tenuto anche a precisare che il no della Confagricoltura agli eccessi burocratici è assoluto e senza equivoci anche quando potrebbe sembrare che le organizzazioni ne traggano dei vantaggi.