Secondo il presidente di Confagricoltura Veneto, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, da una sentenza del TAR del Lazio si può ripartire con un atteggiamento più razionale e scientifico nei confronti degli Organismi Geneticamente Modificati (OGM)
Forse sta cambiando l’aria per gli OGM e per chi, come Confagricoltura Veneto e il suo presidente Giangiacomo Bonaldi, ha sempre sostenuto la necessità di studiarne con pacatezza e senza pregiudizi ideologici le possibilità di utilizzo nell’agricoltura del nostro Paese. Il TAR del Lazio, infatti, ha annullato il Decreto ministeriale con cui veniva respinta un’istanza presentata da un agricoltore friulano per la coltivazione di varietà di mais transgenico.
E’ giunto il momento, quindi, che i timori irrazionali vengano abbandonati e si affronti il tema degli OGM come ragione e buon senso suggeriscono, cioè attraverso un’ accurata sperimentazione che sostituisca i fantasmi, troppo spesso agitati per spaventare un’opinione pubblica disinformata, con i dati scientifici. Gli OGM, ribadisce il presidente di Confagricoltura Veneto, possono aprire prospettive di tale interesse per il futuro dell’agricoltura in termini produttivi, ambientali e di salubrità, che è assurdo abbandonarli prima di averli accuratamente studiati. Ciò vale in particolare per le commodity, come il mais cui si riferisce la sentenza del TAR del Lazio, che non hanno un’immagine di qualità e tipicità da tutelare agli occhi del consumatore, mentre si avvantaggerebbero molto, anche sotto il profilo sanitario, dalla selezione di specie resistenti agli agenti patogeni.        
Quindi, conclude Giangiacomo Bonaldi, la sentenza in parola ci incoraggia tutti – istituzioni, associazioni di categoria, imprenditori ognuno secondo le proprie responsabilità – a collaborare per una sperimentazione seria e accuratamente controllata in materia di OGM, verificando sul piano scientifico se sussistono le condizioni per mettere a disposizione questa preziosa opportunità all’agricoltura del nostro Paese.