Originaria dall’America Centrale, la patata è giunta in Italia alla fine del 1500 e per decenni è stata coltivata solo negli orti botanici perchè considerata pianta velenosa; nel Montello la troviamo dalla fine del 1800 ed oggi si coltiva nei comuni di Crocetta, Giavera, Volpago, Nervesa della Battaglia e Montebelluna.
A questo comunissimo tubero a cui è stato aggiunto il termine “carantina” derivante dal dialetto “carant” che indica la caratteristica colorazione rossastra dei terreni montelliani, è stata riservata la 22 ^ mostra mercato a Volpago del Montello lo scorso settembre.
L’anno scorso la produzione è stata scarsa ma quest’anno l’andamento climatico è stato favorevole risultando i tuberi di ottima qualità, abbondanti e di pezzatura medio-grossa, con rese ad ettaro varianti tra i 150/180 quintali sui circa 30 ettari della ventina di soci produttori, ci informa Elio Rech segretario del Consorzio Patata del Montello Carantina.
Limitati anche i trattamenti fitosanitari con 5-6 interventi per la lotta alla peronospora e nessun insetticida contro la dorifora.
Tutti i coltivatori dispongono di un punto vendita diretto in azienda dove viene venduta circa metà della produzione mentre la restante metà viene commercializzata da una catena distributiva privata che copre tutto il nord-est.
Con un prezzo franco azienda concordato tra tutti i soci del consorzio pari a 0,80 euro al chilogrammo, il reddito derivante è ritenuto soddisfacente commenta il signor Rech.
Il nostro associato Marini Mattia titolare dell’az.agr. Casa Loffia, considerato il più grosso produttore di patata del Montello con circa cinque ettari nei comuni di Volpago e Montebelluna, aggiunge che le 5-6 varietà coltivate attualmente sono disponibili per un ampio periodo che va da luglio a dicembre per il prodotto fresco e fino a marzo se conservate in frigorifero.
Le varietà più richieste dal consumatore sono la Monalisa a buccia e pasta gialla, a più usi, seguita dalla Kennebec a buccia gialla e pasta bianca farinosa adatta per i gnocchi, e la varietà Desirèe buccia rossa e pasta bianca adatta alla frittura.
La patata risente molto della variabilità climatica, aggiunge Mattia, e quindi il pataticoltore deve essere molto attento nella scelta dei terreni in termini di inclinazioni, nel Montello non si può irrigare, oltre ad essere attento alla concimazione organica e alla rotazione colturale; nel territorio montelliano inoltre, ulteriori superfici coltivabili a patate sono limitate dalla natura e pendenze dei suoli e vanno in concorrenza al bosco, ai vigneti, ai prati.
Mattia, nella veste di consigliere del Consorzio della patata, infine ci spiega gli obiettivi di questo ente costituitosi legalmente il 3 marzo di quest’anno, che punta ad uniformare le tecniche colturali, alla promozione del prodotto, alla concentrazione della produzione non venduta al punto vendita aziendale, alla creazione di una nuova confezione marchiata dalo consorzio, leggera, riciclabile, idonea alle esigenze della grande distribuzione ma anche adatta alla conservazione casalinga.

Galleria fotografica. Click sulle immagini per ingrandirle. Foto di Dino Masetto