Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha comunicato, con Decreto del 6 novembre, l’esaurimento delle risorse disponibili per il credito d’imposta Transizione 5.0. Alle imprese che al 7 novembre 2025 avevano già trasmesso la comunicazione di prenotazione del credito viene ora inviata una ricevuta che attesta l’indisponibilità dei fondi.        
È tuttavia fondamentale sottolineare che le imprese possono continuare a trasmettere le istanze di prenotazione: l’ordine cronologico sarà infatti considerato valido nel caso di nuova disponibilità di risorse, garantendo così una priorità di accesso futura.  Pochi giorni dopo, l’11 novembre, lo stesso Ministero ha annunciato l’esaurimento delle risorse anche per il credito d’imposta investimenti in beni strumentali 4.0. L’improvviso incremento delle richieste, legato al blocco del credito 5.0, ha rapidamente saturato il plafond disponibile. Anche per il credito 4.0 rimane comunque possibile l’invio delle domande: la trasmissione tempestiva consente di mantenere la priorità nel caso in cui vengano stanziati ulteriori fondi.

Confagricoltura sta intervenendo presso le Amministrazioni competenti affinché vengano reperite ulteriori risorse sia per il credito 5.0 sia per il credito 4.0, al fine di garantire continuità agli investimenti nel settore primario.  Rimane inoltre aperta la criticità per le imprese legata alle restrizioni previste dall’articolo 26 del Disegno di Legge di Bilancio, che introduce — a decorrere dal 1° gennaio 2026 — il divieto di compensare i crediti d’imposta per investimenti con i contributi previdenziali e i premi Inail. Si potrà quindi continuare a utilizzare liberamente in compensazione crediti quali Irpef, IVA, Irap e IMU.

Rimane dubbia la questione della legittima decorrenza del divieto. Secondo Confagricoltura, il divieto dovrebbe riguardare solo i crediti maturati dal 2026 in poi, non quelli già acquisiti. Applicare la norma anche ai crediti pregressi costituirebbe infatti una violazione del principio di affidamento del contribuente, sancito dallo Statuto dei diritti del contribuente (legge n. 212/2000). In base a tale principio, chi si è comportato correttamente seguendo una normativa non può subire penalizzazioni a seguito di un cambio di legge successivo.
Per evitare l’insorgere di contenziosi, Confagricoltura sta sollecitando chiarimenti e modifiche alla norma, evidenziando la sua illegittimità qualora venisse applicata retroattivamente