Curto, Confagricoltura: “Epidemia diffusa, duro colpo per i nostri allevamenti. Evitare aggravi e attivare sinergie di filiera per scongiurare il crollo dei prezzi”

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Fabio Curto, presidente del settore lattiero caseario di Confagricoltura Veneto

Saranno 250 mila i capi da vaccinare tra Treviso e Belluno in seguito ai casi di Blue Tongue riscontrati negli allevamenti ovini delle due province. Una misura d’emergenza decisa dalla Regione Veneto per impedire che l’epidemia si diffonda in tutti gli allevamenti regionali, mettendo in ginocchio aziende già provate dalla crisi, dai prezzi in caduta e dagli effetti negativi del mercato, come l’embargo russo.
La malattia, nota anche come lingua blu o febbre catarrale, ha origine infettiva e colpisce ovini, caprini e bovini. Non costituisce nessun rischio per la salute delle persone, tantomeno per i prodotti di origine animale che possono essere consumati senza alcun tipo di problema. Nella Marca i focolai sono Pederobba, Cavaso del Tomba e Monfumo, allargando poi l’area di attenzione ai Comuni di Valdobbiadene e Segusino. Nel Bellunese le zone interessate sono Alano di Piave, Fonzaso e Seren del Grappa. Nove i casi accertati clinicamente dal 31 agosto, di cui tre nel Trevigiano, ma l’epidemia si è nel frattempo estesa a 700 capi nelle zone a cavallo tra le due province.
Esprime preoccupazione Fabio Curto, presidente del settore lattiero caseario di Confagricoltura Veneto, che ha preso parte ieri al vertice in Regione sulla lingua blu convocato dall’assessore all’agricoltura Giuseppe Pan. “I dati emersi sono importanti – dice – e vanno ad aggravare una situazione già molto difficile per i nostri allevamenti, stremati da un biennio molto negativo dal punto di vista economico. La situazione è sotto controllo e le misure messe in campo dalla Regione con l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie e le Asl per impedire la diffusione della malattia sono tempestive e valide. La vaccinazione, che è gratuita e indispensabile per fermare il virus, sarà però un ulteriore aggravio per le nostre stalle. Per reperire il vaccino ed effettuare l’operazione sui 250 mila tra ovini, caprini e bovini, i tempi si allungheranno almeno fino a dicembre, comportando problemi di spazio e di divieto di movimentazione del bestiame dalle province di Belluno e Treviso. Il rischio è che crollino i prezzi dei capi da macellare e che altri costi ricadano sugli allevatori. Chiediamo, perciò, che ci si adoperi per quanto possibile per evitare aggravi a carico delle stalle, attingendo ai fondi disponibili, europei compresi”.

Confagricoltura sta lavorando in concerto con le altre associazioni di categoria e le Asl perché nelle diverse aree interessate dall’epidemia si creino sinergie temporanee di filiera, in modo da aiutare la gestione dei vitelli in questi mesi di transizione, finché non andrà a regime il sistema vaccinale. L’Asl 8 di Treviso precisa, intanto, che saranno necessari tre mesi per il reperimento del vaccino, la doppia vaccinazione che va effettuata a distanza di trenta giorni e il periodo di efficacia. Gli animali interessati sono 200 mila in provincia di Treviso e 50 mila in provincia di Belluno. Si dovrà quindi attendere dicembre per poter muovere liberamente i vitelli e i gli animali da carne al di fuori delle zone di restrizione, che sono estese alle intere province di Treviso e Belluno. La Blue Tongue colpisce quasi esclusivamente gli ovini, ma il virus è presente anche nei bovini e perciò il vincolo riguarda tutti i ruminanti.
L’epidemia è partita il 30 agosto, quando è stato segnalato un sospetto caso clinico in un gregge di ovini vagante ad Alano di Piave, nella provincia di Belluno. Il caso, con sierotipo isolato BTV4, è stato confermato dal Centro di referenza nazionale per la malattia. L’1 settembre sono stati individuati altri due casi clinici a Pederobba e Alano di Piave. Quarto caso il 5 settembre, a Monfumo, seguito il giorno dopo da un altro a Cavaso del Tomba. Il 7 settembre tre nuovi casi di febbre catarrale su base clinica: due ad Alano di Piave e uno a Fonzaso. Infine l’8 settembre l’ultimo caso, identificato in un allevamento di ovini a Seren del Grappa.