Aumentano in diversi Stati membri europei i casi di peste suina. Nonostante il problema non coinvolga per ora l’Italia occorre porre in essere fin da subito tutte le misure di controllo e prevenzione necessarie. Come evidenziato dal parere scientifico del rapporto dell’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare), la peste suina infatti viene trasmessa anche dai cinghiali, purtroppo abbondanti anche nel territorio veneto

L’attuale sovrabbondanza degli ungulati e di numerose altre specie di animali selvatici, di cui si è perso il controllo per numero e diffusione, sta causando già abbastanza danni all’ambiente, all’agricoltura ed alla sicurezza delle persone e delle strade. Ormai è chiaro che può causare anche rischi alimentari e, anche in tal senso, va controllata e gestita.

Confagricoltura chiede l’immediata attivazione, nel nostro Paese, delle misure preventive più efficaci, prevista dall’ EFSA, per contenere il rischio di propagazione dell’epidemia, ovvero piani coordinati di prelievo selettivo. Lo studio dell’Autorità europea riporta come tale tecnica – dove è stata applicata – abbia ridotto il numero dei cinghiali dell’80% e, conseguentemente, abbia pure limitato il pericolo di diffusione dell’epidemia.

Per garantire una più efficace e capillare prevenzione, attraverso il modello EFSA, è necessario disporre di molte persone ad essa dedicata. Per questo Confagricoltura chiede da tempo che siano autorizzati gli stessi agricoltori come coadiutori nei piani di abbattimento. Gli agricoltori sono distribuiti su tutto il territorio e possono contribuire attivamente ed efficacemente al controllo della popolazione delle specie selvatiche.