Giustiniani, Confagricoltura: “Con il caldo peronospera in calo”
De Martin, viticoltori: “Il prodotto c’è, no a fibrillazioni sul prezzo”

E’ stata una partenza difficile, con una piovosità eccezionale che ha rallentato i tempi di fioritura delle vigne e ha causato problemi di peronospera. Ora con il caldo stiamo recuperando bene, ma vendemmieremo probabilmente con alcuni giorni di ritardo rispetto alla tabella di marcia 2015”.

Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Treviso, guarda con favore l’evolversi della situazione meteo, che sta raddrizzando una stagione partita con il piede sbagliato: in giugno la media delle precipitazioni è stata altissima, con pochi giorni di sole e temperature al di sotto della media che hanno rallentato lo sviluppo dei grappoli. “La situazione dal punto di vista agricolo è stata molto complessa – spiega Giustiniani -. Con l’inverno mite il germogliamento è stato precoce, ma la primavera piovosa e fredda ha in seguito ritardato la fioritura causando giallumi sulle foglie ed una forte pressione della peronospera che ha reso difficile anche la pianificazione dei trattamenti. Adesso il caldo ci sta aiutando. Non c’è un’umidità elevatissima e i problemi infettivi stanno rallentando. Auspichiamo che l’estate ci assista con calde giornate di sole, in modo da arrivare alla vendemmia in tempi nella norma. La previsione è che si prenda il via con alcuni giorni di ritardo rispetto al 2015, presumibilmente dal 26 agosto”.

Pierclaudio De Martin, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Treviso, guarda alla vendemmia 2016 con occhio ottimistico alla luce dei recenti dati divulgati dal Consorzio di tutela della doc Prosecco e invita tutti gli attori del sistema a non turbare una situazione particolarmente felice sotto il profilo produttivo con comportamenti sul mercato dovuti più a fattori emotivi, che a una valutazione attenta della disponibilità del prodotto.
I dati del primo semestre 2016, riferiti alla prossima vendemmia, dicono che il prodotto c’è e non esiste perciò motivo di preoccupazione che possa condurre ad una fibrillazione sul prezzo, com’è accaduto l’anno scorso – spiega De Martin -. Nel 2015 il prezzo partì infatti a 1,50 euro al litro in pre vendemmia per assestarsi attorno a 1,75, raggiungendo in questa primavera punte da 2,20 a 2,40. Sono oscillazioni che, a nostro modo di vedere, non hanno motivo di sussistere e che sono dettate spesso più da ragioni di carattere emozionale che realistiche”.
Secondo il presidente i dati della doc, con la cifra di 3.400.000 ettolitri di Prosecco ottenuti dalla scorsa vendemmia, equivalgono al fabbisogno stimato dal Consorzio di tutela per mantenere il mercato in equilibrio e danno la certezza di una disponibilità di prodotto sufficiente a soddisfare la domanda. “La produzione della scorsa vendemmia ci consentirà di giungere tranquillamente a fine ottobre – analizza -, quando arriverà il prodotto nuovo che potrà essere imbottigliato e commercializzato. Per la vendemmia 2016 il potenziale produttivo è stimato a 3.738.36 ettolitri, con la riserva del 20 per cento, vale a dire un incremento del 10 per cento rispetto l’anno precedente che ci consente di dormire sonni tranquilli anche in previsione futura”.
L’andamento del prezzo medio del Prosecco, negli ultimi anni, ha segnato una costante crescita. Dalla cifra di 1,22 euro al litro del 2009 è schizzato a 1,65 nel 2011 per poi scendere a 1,20 nel 2012 e 1,15 nel 2013 e risalire, infine, fino a 1,75 lo scorso anno. “Dobbiamo ancora vedere l’effetto Brexit e, di conseguenza, come ragioneranno gli inglesi sull’ipotizzabile aumento del prezzo con la svalutazione della sterlina – ragiona De Martin -. Noi riteniamo però che non ci sarà una significativa diminuzione dei consumi e, di conseguenza, oscillazioni sul prezzo medio non dovrebbero essercene. Quello che ci preme ora è di partire senza scossoni, perché una situazione in fibrillazione come quella del 2015 fa bene agli speculatori ma non al sistema Prosecco. I viticoltori hanno compiuto investimenti a lungo termine e necessitano di lavorare in un clima di certezze, dove sia possibile fare programmazioni pluriennali”.