La presidente, Vittoria Brancaccio: "Pagheremo due volte la crisi: meno domanda di alloggio e ristorazione, meno domanda di prodotti agroalimentari".

"La manovra economica del Governo darà un ulteriore taglio alle vacanze e alle gite di fine settimana, che già da due anni sono in evidente sofferenza. Anche le aziende agricole che alimentano, con prodotti tipici, il circuito della ristorazione e dei punti vendita nelle zone turistiche, andranno incontro a sensibili riduzioni del fatturato". La denuncia è di Vittoria Brancaccio, presidente di Agriturist, a commento dei risultati di uno studio che l’Associazione agrituristica di Confagricoltura ha dedicato alle conseguenze di tasse e rincari previsti da qui al 2014.
Agriturist rileva che la spesa turistica, per il proprio carattere fortemente voluttuario, sarà ai primi posti nel taglio dei consumi delle famiglie: almeno il 50% delle persone che nel 2010 sono andate in vacanza, sarà costretto, o a rinunciare totalmente alle vacanze (15%), o a ridimensionare significativamente il numero e la durata dei propri viaggi (35%). Nel complesso, il giro di vite coinvolgerà non meno di 20 milioni di italiani, causerà 35 milioni di presenze annuali in meno (-18% per la domanda turistica interna), ridurrà di 2,6 miliardi di euro gli introiti delle aziende turistiche, e di 2,2 miliardi di euro quelli dell’indotto.
Le imprese agricole, secondo le valutazioni di Agriturist, perderanno complessivamente 500 milioni di fatturato l’anno; saranno colpiti, in modo particolare, i produttori di vino, olio, salumi, formaggi, miele, conserve di ortaggi e di frutta, pasta di qualità ed erbe aromatiche. Le aziende agrituristiche pagheranno due volte la crisi: come operatori turistici e come produttori agricoli.
"Il raddoppio del PIL turistico promesso dal Governo – conclude la presidente di Agriturist – è ormai, evidentemente, una chimera. Si dovrà puntare sulla domanda estera… Ma la tassa di soggiorno, i drastici tagli al bilancio dell’ENIT e le gravi disfunzioni del sito internet www.italia.it, certo non autorizzano previsioni ottimistiche".