Confagricoltura: Niente panico, la Gran Bretagna resta in Europa. La partita è lunga, aperta e sono possibili ripensamenti

La Gran Bretagna resta in Europa, non l’abbiamo trasferita su Marte. Il panico sulla Brexit non ha senso”.
Confagricoltura commenta così, a bocce ferme, l’esito del referendum che ha sancito l’uscita del Regno Unito dalla Ue. Passata la buriana, dopo giorni segnati dal crollo delle borse e dagli allarmismi lanciati da categorie economiche e osservatori, il direttore di Confagricoltura Veneto Luigi Bassani invita ad un’analisi più ragionata e lucida di una situazione che si delinea tutt’altro che definita.
I nostri agricoltori non ci stanno a seguire l’isteria dei mercati finanziari – sottolinea il direttore –. In questi giorni abbiamo sentito un’infinità di dichiarazioni e previsioni: dal paventato crollo dell’export ai rischi per il vino e i formaggi, dall’indebolimento della sterlina alle possibili ripercussioni per l’industria agroalimentare. Io credo che sia assurdo parlare in toni apocalittici quando nessuno sa ancora se e come la Gran Bretagna uscirà dall’Europa. La partita è apertissima. I tempi tecnici per l’uscita vera e propria sono di due anni e dipendono, comunque, dagli accordi che prenderà la comunità europea. Nel frattempo stiamo già assistendo a ripensamenti. Quindi restiamo sereni: continueremo a vendere prosecco agli inglesi ancora per molto tempo”.
Anche in caso di uscita, secondo l’organizzazione agricola britannica Nfu, gli effetti non sarebbero nefasti: “I colleghi inglesi si sono paracadutati già nel dopo, chiedendo di limitare l’incertezza per gli agricoltori – spiega Bassani -. In particolare hanno chiesto di ottenere condizioni più positive per l’accesso al mercato Ue e di garantire l’accesso al mercato nel resto del mondo, senza abbassare gli standard, costruendo una politica agricola britannica che garantisca parità di trattamento con gli agricoltori Ue. Si troveranno, quindi, gli accordi, per garantire i reciproci interessi commerciali”.
Secondo Lorenzo Nicoli, presidente di Confagricoltura Veneto, resta l’amarezza su come il processo di integrazione europea sia andato in crisi: “Noi agricoltori siamo europeisti e grati a politiche che hanno fatto crescere tutta l’agricoltura del Vecchio Continente – ricorda –. Spiace dover notare, però, come negli ultimi lustri la miopia della classe dirigente abbia inseguito la logica dei consensi e degli individualismi, dimenticando di costruire strategie a lungo termine. Ci auguriamo ora che, se il processo di uscita della Gran Bretagna dalla Ue dovesse andare in porto, si riesca a definire il nuovo assetto in tempi brevi e con accordi bilaterali che salvaguardino gli interessi economici in atto”.