Confagricoltura, Corpo Forestale, gestori delle malghe e Comune di Valdobbiadene insieme sui luoghi sconvolti dalla presenza “fuori controllo” dei cinghiali

L’obiettivo dell’incontro svoltosi sul Monte Cesen, nei pressi di Malga Mariech, e’ stato quello di toccare con mano la devastazione causata da una fauna selvatica particolarmente numerosa, che da qualche anno, insiste su queste zone.  Il problema è grave e, ormai , riguarda e coinvolge oltre 500 ettari di prati pascoli necessari alle malghe per l’alpeggio e la conseguente produzione di formaggi pluripremiati come il noto “Monte Cesen”

Erano presenti, Stefano Ticini, comandante della Stazione del Corpo Forestale di Valdobbiadene,  l’assessore all’Agricoltura e alle Attivita’ Produttive del Comune di Valdobbiadene, Pierantonio Geronazzo, imprenditori gestori di numerose malghe sul Cesen, il vice presidente di Confagricoltura Treviso Fabio Curto  ed il responsabile dell’ufficio stampa di Confagricoltura Veneto, Edoardo Comiotto, mentre il responsabile dei Servizi Veterinari dell’ U.L.S.S. 8, Stefano De Rui, e’ stato raggiunto al telefono.

Sono emersi vari aspetti del problema, in primis i danni all’ambiente, ad esempio alle piante e ai fiori ed alla vegetazione in generale, più consistenti al manto erboso, con grandi zolle di terreno rovesciate come quando passa un aratro; i prati pascoli sono ormai per oltre la meta’ inutilizzabili se non pericolosi sia  per gli animali che per l’uomo
La situazione è peggiorata negli anni e viene monitorata e portata a conoscenza degli organi preposti. I cinghiali provocano parecchi danni sia nei boschi, nei pascoli ma anche nei prati a bassa quota. Negli alpeggi trovano nutrimento, non hanno antagonisti e non trovano ostacoli. Da 4 , 5 anni segnaliamo, fotografiamo la situazione. Per quanto riguarda le altre speci animali come i caprioli, la convivenza non é possibile, quindi il cinghiale fa da padrone.
Le soluzioni per limitare la presenza del cinghiale esistono, ad esempio in altre zone, come il Cansiglio, vengono usate luci e rumori per allontanare e spostare i cervi. Bisogna portar via il cinghiale da un territorio dove non deve stare. Sono anni che l’ex Istituto Fauna Selvatica ha dato disposizioni per allontanare i cinghiali.  Se non si vuole eradicarlo, bisogna spostarlo definitivamente,  altrimenti chi lavora in un territorio agricolo, mi riferisco alle malghe e alla fatica per mantenere viva la montagna, se ne va” ha affermato il Comandante Ticini.

Il Vice Presidente di Confagricoltura Treviso, Fabio Curto, ritiene che vadano applicate le soluzioni indicate dalla legge  regionale  e  demandate alla provincia. La soluzione per arginare il problema e’ gia’ prevista, ora si deve procedere e  contenere il numero dei cinghiali perche’ e’ spropositato. Si ritiene siano centinaia. Inoltre l’esplosione demogafica di una specie non autoctona,  in un territorio  come quello del Monte Cesen,  fa si che si possono verificare problemi sanitari.
E’ di questo avviso anche il dott. Stefano De Rui, che ritiene pericolosa la promiscuita’ degli animali negli alpeggi, e riferisce ai casi di trasmissibilita’ di malattie da cinghiali ad altre speci animali e anche all’uomo accaduti in Sardegna.

C’e’ l’aspetto geologico e paesaggistico.
L’instabilità del terreno è tale ora che se vi fossero acquazzoni o forti ed insistenti piogge,  le conseguenze potrebbero essere disastrose, infatti si potrebbero verificare frane e dilavamenti ovunque nella zona.
“L’aspetto turistico e’ consolidato per questa area, e nelle malghe, oltre  alla produzione e vendita di prodotti caseari, si trova ospitalità e ottima cucina, cio’ ha permesso a questa parte della provincia di crescere dal profilo del turismo enogastronomico” sono state le parole dell’assessore del Comune di Valdobbiadene.
I gestori  di Malga Molvine, Malga Golo Alto, entrambi di Segusino, la famiglia Curto che gestisce Malga Mariech , sono d’accordo nel dire che le famiglie, gli escursionisti e gli appassionati di montagna sono diminuiti.
10 anni di lavoro per far conoscer e portare il formaggio Monte Cesen ai livelli a cui è giunto, e ora gli sforzi vengono vanificati dai cinghiali.
Negli anni hanno coinvolto il Comune e le guardie provinciali ed ora si domandano perchè non c’e’ la volontà di trovare delle soluzioni dato che i rimborsi non arriveranno mai e se arriveranno probabilmente saranno inezie.

Il problema della presenza massiccia dei cinghiali si fa sentire anche in altre zone e si parla di avvistamenti ad es. Moriago dove sono stati visti a 100 metri dalla chiesa. Il numero dei cinghiali é in aumento, esiste un censimento sui caprioli ma solo sui caprioli. La zona interessata è sempre piu’ vasta: da Segusino, a Ponte della Priula, fino a Passo San Boldo, a Collalto e a Susegana.

Il grande assente è l’assessore competente della provincia, Mirco Lorenzon, al quale tutti gli intervenuti avrebbero chiesto quali azioni, la Provincia ed il suo Assessorato, ritengono di mettere in campo per risolvere subito il problema.

La Regione Veneto ha stanziato 250.000 euro per il ristoro dei danni da fauna selvatica per tutto il territorio della regione Veneto. Dato che il Consorzio di Valorizzazione Montana Monte Cesen, conta una superficie di 450 ettari e 4 malghe di proprieta’ di Veneto Agricoltura e qualche altra privata, e ‘ evidente come questo ammontare di indennizzi risulti totalmente inadeguato.

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