I Dirigenti di Confagricoltura Veneto con Direttore Mastrobuono e Presidente Guidi per un’agricoltura sostenibile per la società e per le imprese
Il Presidente di Confagricoltura Guidi:
“Non si difendono le imprese agricole con il populismo, ma con la lungimiranza di chi sa lavorare, non per l’organizzazione, ma per tutta l’agricoltura italiana”
“Un’Organizzazione etica e capace di trainare l’imprenditoria agricola verso un futuro di crescita”
Il serrato dibattito che ha animato l’incontro dei Dirigenti di Confagricoltura Veneto con il Direttore generale Luigi Mastrobuono e il Presidente di Confagricoltura nazionale Mario Guidi, ha permesso di esaminare non solo le varie problematiche che assillano il settore primario, ma di traguardare l’agricoltura del prossimo futuro.
Un’agricoltura che sarà sempre più chiamata a essere da un lato rispettosa dell’ambiente, dall’altro produttore di maggiori quantità di cibo per rispondere alle crescenti richieste di una popolazione mondiale che sta crescendo in maniera progressiva.
Nella storica e accogliente Casa degli Atellani, sede del Fuori Expo di Confagricoltura, il Presidente degli agricoltori veneti Lorenzo Nicoli ha aperto l’incontro ricordando l’importanza dell’agricoltura regionale che pone il Veneto ai vertici dell’agricoltura nazionale.
Infatti, così ha esordito il Presidente Nicoli: “Il Veneto è il primo esportatore di vino d’Italia, è ai primi posti per i prodotti ortofrutticoli, leader nazionale per la produzione di soia e mais destinato all’industria mangimistica, secondo produttore di latte e carne, ai vertici per la troticoltura, terzo produttore di latte e formaggi. Non dobbiamo inoltre dimenticare le importanti filiere della suinicoltura e degli avicunicoli.
Inoltre, il Veneto produce vari prodotti tipici e d’indubbia qualità come il Fagiolo di Lamon e il gialet bellunese, le mele di Faller, i formaggi di malga fatti a latte crudo, il ‘mais sponcio’ di Feltre, il Biancoperla del Vicentino, il mais Marano, il riso della la Bassa Veronese, con il Vialone Nano e quello del Delta del Po con denominazioni di origine protetta, l’olio Veneto e del Garda di riconosciuta qualità protetto con due Dop, i mieli, il pesce dell’acquacoltura del Delta del Po, e altre colture come il sorgo, l’avena, il grano saraceno, etc. Tutti prodotti di pregio e di indubbia tipicità e qualità garantita.
Se alcuni settori vanno fortunatamente bene, come per la viticoltura con il Prosecco e il Soave, la crisi, il blocco delle esportazioni in Russia, il calo dei consumi, etc. ha messo in difficoltà vari comparti come quelli della frutticoltura, del latte e della carne. Si pensi al ruolo strategico del settore lattiero-caseario che è in maniera indissolubile legato ai pascoli e al territorio e che è per il Veneto molto importante tanto che siamo il terzo produttore italiano di latte e formaggi”.
Il membro di Giunta di Confagricoltura nazionale Giangiacomo Bonaldi, imprenditore agricolo veneto, ha ripreso le considerazioni del Presidente Nicoli ponendo l’accento sulla necessità che ci sia una maggiore presa di coscienza nell’ambito nazionale della centralità dell’agricoltura, sia per l’apporto economico del settore, sia per il ruolo fondamentale che il settore fornisce nella tutela del territorio e del paesaggio italiano e veneto. Urge pertanto che a livello politico ci sia una “presa di coscienza” di quanto sopra e che operi in concreto per il rilancio del settore permettendogli di rimanere al passo con le richieste del mercato e delle esigenze del consumatore.
Numerosi e qualificati gli interventi dei dirigenti veneti che hanno posto sul tavolo della discussione vari temi e proposte come, ad esempio, quello dei Presidenti provinciali di Confagricoltura Padova Giordano Emo Capodilista sulla viticoltura e l’agriturismo, di Treviso Lodovico Giustiniani sulle bioenergie, sulla zootecnia e sulla materia del lavoro, di Belluno Diego Donazzolo sulla montagna, di Venezia Giulio Rocca sui danni da selvaggina e sulle aree rivierasche e lagunari, di Rovigo Stefano Casalini sulle grandi colture, di Verona Paolo Ferrarese sugli allevamenti, anche avicunicoli e suinicoli e della frutticoltura. Ulteriori stimoli sono arrivati anche da altri rappresentanti del mondo cooperativistico e di altri settori produttivi e dai giovani dell’ANGA i quali hanno evidenziato la necessità che le nuove start up devono avere sostegni per l’accesso alla terra e al credito. Non da ultimo l’intervento del Vice Presidente del Sindacato dei Pensionati del Veneto Rodolfo Garbellini che ha posto l’accento sulla necessità della tutela delle fasce più deboli e delle problematiche della terza età in agricoltura.
Il direttore di Confagricoltura veneto Luigi Bassani ha illustrato le azioni intraprese recentemente a livello regionale che hanno permesso un miglioramento dell’organizzazione sindacale e della comunicazione, interna ed esterna, mettendo in rete professionalità e conoscenze a servizio delle imprese agricole. Bassani ha poi aggiunto che le aziende saranno sempre più coinvolte nelle Sezioni economiche e informate nelle loro specificità produttive.
Intervenendo sulla tematica sindacale, il Direttore generale Luigi Mastrobuono ha affermato che tutto il sistema di rappresentanza è in crisi perché sono cambiati i processi decisionali e che gli storici rapporti istituzionali e sindacali non sono più adatti a questo nuovo contesto che è notevolmente mutato. Confagricoltura, secondo Mastrobuono, avendo ben compreso questo cambiamento, ha intrapreso una nuova linea di azione sindacale e d’innovazione.
Molto articolati gli interventi del Presidente di Confagricoltura Mario Guidi che, oltre ad avere risposto alle tante sollecitazioni, ha portato la discussione su temi di riflessione organizzativa e di prospettiva per l’agricoltura del domani.
Confagricoltura, secondo il Presidente Guidi: “Sta lavorando non per la struttura, ma per il bene di tutta l’agricoltura e di tutte le aziende agricole italiane. Lasciamo ad altri il populismo e l’illusione che bastino semplici slogan per la difesa e tutela delle aziende agricole, noi siamo impegnati quotidianamente a trecentosessanta gradi nella salvaguardia dell’impresa agricola, piccola o grande che essa sia. Di quelle imprese che, in quanto tali, producono non per l’autoconsumo ma per il mercato ed hanno tutte per noi la loro dignità, ma abbisognano, però, di strumenti e risposte diversificate.
Questa nostra visione sindacale magari ci fa perdere qualche sporadica carica in qualche ente, ma è grazie a quest’attenzione che si tutela l’imprenditore che produce, che assume manodopera, che investe e innova. Noi ne siamo e vogliamo esserne i portavoce e rappresentanti.
Come imprenditori, dobbiamo avere il coraggio di guardare oltre alle notevoli difficoltà del momento, siamo custodi di un bene irriproducibile che è la terra, “la terra madre” che fornisce e fornirà cibo per la collettività. Non dobbiamo avere paura di affrontare le sfide chi si presentano ogni giorno, dobbiamo avere la capacità di fare massa critica con l’aggregazione del prodotto, di saper innovare, di dialogare e collaborare come si sta facendo con Agrinsieme. Molti degli interventi favorevoli che sono arrivati al nostro settore sono dovuti alla nostra costante, e spesso silenziosa, azione a livello parlamentare e ai vari gradi decisionali, e pertanto dobbiamo sempre più divulgare le nostre azioni sindacali e le nostre legittime e valide posizioni.
Stiamo lavorando per i nostri Soci, che sono “liberi imprenditori” che si trovano sempre più a lavorare in un contesto difficile e più concorrenziale con azioni e presenze a tutti i livelli, ma anche per il futuro dei nostri figli strutturando la Confagricoltura come un’ Organizzazione che sempre più saprà fornirci nuovi strumenti, indicazioni e informazioni per affrontare in modo preparato le sfide del futuro.”
Indubbiamente l’incontro è stato molto positivo ed è servito per mettere a fuoco vari temi e a indicare soluzioni, ponendo le basi per successivi approfondimenti sui temi più rilevanti del settore.
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