Confagricoltura Veneto sta valutando le iniziative da assumere verso la Regione affinché si esca dalla attuale situazione di stallo

Le modifiche introdotte nella legge n.157/92 sull’attività venatoria hanno inserito la nutria fra le specie nocive, equiparandone lo status giuridico a quello di talpe, ratti, topi, arvicole. Di conseguenza le nutrie sono state sottratte alla disciplina della citata legge quadro statale e ai piani di controllo approvati dalle Province.
Questa novità, spiega Confagricoltura Veneto, ha creato un vuoto normativo, che non è stato colmato dalla Circolare interministeriale del 31.10.2014, che prevede il trasferimento delle competenza in materia, dalla Regione e dalle Province, ai Comuni.
Il provvedimento, infatti, si limita a ribadire che le nutrie sono equiparate agli animali infestanti e dannosi e quindi contro di esse è possibile l’utilizzo di tutti gli strumenti sinora impiegati per le specie nocive con obiettivo anche l’eliminazione totale, analogamente a quanto si fa nelle derattizzazioni. Tuttavia, conferma Confagricoltura Veneto, il quadro normativo che si è così formato non è sufficiente a fornire agli agricoltori i punti di riferimento necessari. Stante la situazione attuale, infatti, l’abbattimento delle nutrie sarebbe possibile solo durante la stagione venatoria, il che non basta per tenere sotto controllo la  proliferazione di questa specie, considerato che altri mezzi quali le gabbie per la cattura o le esche usate per i ratti sono da ritenersi per varie ragioni inadeguati o sconsigliabili. Rimane ancora aperto, poi, il problema dello smaltimento delle carcasse.
Di conseguenza Confagricoltura Veneto ha deciso di sollecitare gli Assessori regionali competenti affinché assumano le iniziative che ritengono necessarie, o direttamente o intervenendo su altri livelli istituzionali, per permettere un’efficace azione di contenimento e se occorre di eliminazione di questa specie, così dannosa per la salvaguardia dei canali di irrigazione, di scolo e dei corsi d’acqua in genere e quindi così pericolosa non solo per l’attività agricola ma per la collettività tutta.

Confagricoltura Veneto sta valutando le iniziative da assumere verso la Regione affinché si esca dalla attuale situazione di stallo