Il colore rosso accomuna due prodotti famosi nel mondo, ambasciatori del “made in Italy”: la Ferrari ed il radicchio tardivo di Treviso.
” Abbiamo in mano una Ferrari ma bisogna farla correre”, questo lo slogan lanciato al convegno “Radicchio Rosso di Treviso IGP, una ricchezza per il territorio, una garanzia per il consumatore, un valore per l’azienda agricola” a Zero Branco nell’ambito della 16.ma Mostra del radicchio rosso di Treviso. Il ricercato ortaggio invernale sta registrando un andamento di mercato soddisfacente in questo periodo nonostante le avverse condizioni del tempo che hanno impedito la completa raccolta del prodotto dai campi, prima per la pioggia incessante, poi per le forti gelate. Dai relatori però è arrivato il pressante invito a qualificare sempre di più il prodotto coinvolgendo tutta la filiera con il Consorzio di Tutela, le Organizzazioni sindacali, le Organizzazioni dei produttori, Treviso Mercati, la grande distribuzione, i ristoratori, creando sinergie e convergenze al fine di incrementare la fiducia e la percezione di qualità espresse dai consumatori nei confronti del fiore che si mangia e del suo marchio europeo ( primo ortaggio in assoluto ad ottenerlo). Nuovi mercati si conquistano solo con il radicchio IGP ma questo è un punto dolente perchè è ancora scarsa l’adesione degli agricoltori al Consorzio di Tutela: solo 180 aziende su circa un migliaio di produttori, tanto che gli amministratori pubblici locali pensano di mettere a disposizione risorse economiche esclusivamente per ridurre i costi della certificazione. Altro fattore di debolezza è la polverizzazione delle produzioni e lo scarso spirito associazionistico degli agricoltori, fattori che non permettono una adeguata programmazione prima produttiva poi commerciale con la conseguente forte oscillazione del prezzo di vendita.