L’imposta sugli immobili gravava in maniera pesante sul bilancio delle aziende agricole. L’esenzione, in un momento così difficile, può essere di grande aiuto per le nostre aziende

La notizia giunge nel momento migliore, in tempo per la scadenza di versamento della prima rata del 16 giugno; grazie a questo chiarimento, e alle novità introdotte da quest’anno con la legge di stabilità, i coadiuvanti non dovranno ora più versare alcuna imposta sui terreni agricoli che coltivano partecipando all’attività dell’azienda di famiglia.  La novità è contenuta in una nota del 23 maggio del dipartimento delle Finanze in risposta ad un’istanza di Confagricoltura.

La notizia cade in un anno particolarmente importante per quanto riguarda l’imposta sugli immobili, in quanto dal 1 gennaio 2016 l’Imu non è più dovuta sui terreni agricoli, indipendentemente dalla loro ubicazione, posseduti e condotti da agricoltori iscritti all’Inps e dalle società agricole. Queste, in particolare, godranno dell’esenzione quando ricoprono la qualifica di imprenditore agricolo professionale. In una fase particolarmente difficile per l’agricoltura, tra prezzi al ribasso, embargo russo, contrazione dei consumi e concorrenza internazionale, l’esenzione Imu giunge come una boccata di ossigeno per le tante aziende che fanno fatica a chiudere i bilanci.