Il presidente di Confagricoltura Veneto si attende che le novità positive che caratterizzano la nuova programmazione rurale trovino puntuale riscontro nella prassi applicativa a partire dal prossimo anno

lorenzo-nicoliIl presidente di Confagricoltura Veneto, Lorenzo Nicoli, ha accolto con soddisfazione l’approvazione quasi unanime del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 da parte del Consiglio regionale, segno positivo di una sensibilità crescente del mondo politico veneto verso un settore, quello agroalimentare, che sta dando un contributo decisivo al superamento della crisi economica e sociale che sta colpendo il nostro Paese.

Nicoli ha riconosciuto che vi sono tutte le premesse perché il nuovo PSR possa rappresentare per i prossimi sette anni il motore dello sviluppo e dell’innovazione nell’agricoltura veneta, a cominciare dalla cifra complessivamente resa disponibile di 1 miliardo e 184 milioni e dalle scelte di fondo che l’assessore Franco Manzato, con la collaborazione delle associazioni agricole e segnatamente di Confagricoltura Veneto, ha voluto adottare perché questo strumento sia in grado di sostenere lo sforzo che le imprese agricole stanno compiendo per restare competitive sul mercato globale.

Esiste una strategia di fondo, ha ribadito il presidente di Confagricoltura Veneto, che abbiamo voluto e condiviso, a cominciare dal principio della semplificazione amministrativa e dello snellimento burocratico, dalla concentrazione delle risorse a favore delle imprese evitando la logica dei contributi a pioggia, dall’attenzione all’insediamento dei giovani, dall’utilizzo a favore degli agricoltori anche dell’intervento in conto interessi accanto a quello in conto capitale.

Tuttavia, ha concluso Lorenzo Nicoli, non bisogna mai dimenticare che le strade dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni. Vale a dire che Confagricoltura Veneto preferisce attendere l’avvio della fase applicativa del PSR prima di esprimere un giudizio definitivo, per verificare se effettivamente le scelte strategiche adottate, in primo luogo quella della semplificazione burocratica, possano diventare operative a servizio delle imprese agricole e di tutta la filiera agroalimentare.