“L’investimento fatto dagli allevatori della Stalla Sociale di Monastier, seppur consistente, segna una strada che in un prossimo futuro potrà e dovrà essere seguita per assicurare una fonte alternativa di reddito o comunque un recupero di costi da risparmio energetico a favore degli allevatori, penalizzati dalla crisi e da spese in aumento”. Lo ha affermato il vicepresidente della Giunta regionale Franco Manzato, “salutando” l’imminente inaugurazione dell’impianto a biogas, prevista per sabato 12 dicembre alle ore 11, realizzato presso la Cooperativa agricola Stalla Sociale di Monastier, il primo in provincia di Treviso e uno dei più grandi del Nordest. Grazie a questo investimento sarà possibile darà energia verde da una fonte rinnovabile a duemila famiglie, rispettando l’ambiente e smaltendo biomasse vegetali e rifiuti organici dei capi d’allevamento.
A 40 anni dalla fondazione della Stalla e grazie ad un’idea di tredici agricoltori della zona, l’innovativo impianto consentirà di trasformare i reflui animali e gli scarti vegetali in gas di origine biologico, che sarà convogliato in un cogeneratore e trasformato in energia elettrica da immettere nella rete pubblica. Il digestato, cioè il residuo di lavorazione dell’impianto, è peraltro uno dei migliori fertilizzanti naturali e risponde alle norme sui nitrati sulle quali si sta adoperando anche la Regione per conciliare attività zootecniche e capacità dei terreni di assorbire i reflui da allevamento. La centrale elettrica produrrà 8 milioni di chilowatt all’anno, quanto basta per garantire energia a 2000 famiglie.
“Il biogas – ha aggiunto Manzato – è considerato dall’Unione Europea una fra le migliori fonti rinnovabili non fossili, che assicura autonomia e favorisce la riduzione dell’inquinamento. Gli agricoltori della Stalla Sociale, ancora una volta, dimostrano di essere all’avanguardia e di tutelare l’ambiente, garantendo ai soci della Cooperativa di Monastier un futuro di autonomia in tempi in cui l’approvvigionamento energetico “tradizionale” è costoso ed ha controindicazioni ambientali”.