Battuta d’arresto per il negoziato sulla proposta di regolamento della Commissione europea relativa all’uso sostenibile dei fitofarmaci.

Il Consiglio UE ha chiesto ufficialmente la messa a punto di un’analisi supplementare che consenta di valutare l’impatto a lungo termine della proposta sulla sicurezza alimentare, sulla variazione dei prezzi per i consumatori e sulla competitività del settore agricolo della UE, tenendo conto delle conseguenze economiche della guerra in Ucraina. La nuova relazione dovrà essere presentata, al massimo, entro sei mesi.

Il progetto legislativo presentato a giugno dalla Commissione prevede, entro il 2030, una riduzione del 50% dell’utilizzo di fitofarmaci a livello europeo rispetto alla media del periodo 2015-2017, con una riduzione di almeno il 35% nei singoli Stati membri. Per l’Italia, il taglio sarebbe di oltre il 60 per cento.

La decisione assunta dal Consiglio è una buona notizia perché dà seguito al lavoro che abbiamo svolto negli ultimi mesi. Non è in discussione la continuità del processo verso un’agricoltura sempre più sostenibile sotto il profilo ambientale, ma la sicurezza alimentare deve restare l’obiettivo centrale del nostro settore.

La via da seguire non è quella dei divieti proposta dalla Commissione. Grazie alla ricerca, occorre invece mettere a disposizione degli agricoltori valide alternative ai prodotti chimici. In primo luogo, la Commissione dovrebbe accelerare le procedure per l’inquadramento nell’ordinamento europeo delle tecniche di evoluzione assistita (TEA) per il miglioramento genetico, che consentono di salvaguardare il potenziale produttivo con una minore pressione sulle risorse naturali.