Giustiniani, Confagricoltura Treviso: “Varietà storica che si aggiunge all’offerta di vini bianchi e spumanti”.
De Martin, viticoltori: “Più trasparenza sul processo di filiera e garanzie per il consumatore”
Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Treviso, commenta così il primo atto della costituzione della nuova doc Pinot Grigio delle Venezie, che ha mosso i primi passi ieri a Verona con un incontro di pubblico accertamento convocato dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. All’incontro erano presenti consorzi e viticoltori da tutto il Triveneto.
L’incontro di fatto spiana la strada al riconoscimento della doc dopo una lunga gestazione, con una stima di 230 milioni di bottiglie pronte a conquistare i mercati internazionali, in primis Stati Uniti, Inghilterra e Germania. In Veneto Treviso farà la parte da leone con i suoi 3.988 ettari di vigneti a Pinot Grigio, davanti a Verona con 2.881 ettari, Venezia con 1.765, Vicenza con 1.033, Padova con 433, Rovigo con 10 e Belluno con un solo ettaro. L’area vocata a Pinot nel Nordest vanta una superficie di 20 mila ettari, di cui 11.358 in Veneto, oltre 6.000 in Friuli e il resto in Trentino.
“E’ stato un impegnativo lavoro di squadra tra Regioni e Province – dice soddisfatto Giustiniani -, un risultato che si è riusciti a portare a termine in tempi non lunghissimi. C’erano diverse posizioni da conciliare, ma alla fine ognuno ha fatto un passo indietro rispetto alle proprie esigenze territoriali per arrivare a un progetto comune. La doc delle Venezie è una grande denominazione che ci consentirà di fare massa critica per tutelare il prodotto e avere la fascetta di stato che permetterà di controllare il potenziale produttivo, in base alle capacità di assorbimento del mercato, come avviene con il Prosecco. Negli ultimi anni c’è stato un aumento notevole di impianti di Pinot Grigio, ma il posizionamento sul mercato deve essere corretto evitando il rischio di un surplus produttivo”.
Per la Marca si presenta una nuova opportunità, come spiega Pierclaudio De Martin, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Treviso, che ha seguito per l’associazione l’incontro di Verona: “La costituzione della doc Pinot Grigio delle Venezie riveste particolare importanza per la nostra provincia, che può contare su un terzo degli ettari regionali e ha fatto da apripista alla nuova denominazione attraverso la nascita, sei anni fa, della doc Venezia, che nell’ultima vendemmia ha rivendicato la metà della produzione del Pinot grigio veneto con 156 mila quintali su 287 mila. La doc interregionale sarà lo strumento che permetterà da un lato di elevare la qualità del vino e dall’altro di garantire il consumatore sulla correttezza dell’intero processo di filiera. Ma probabilmente il risultato più importante è la rinnovata collaborazione e, soprattutto, una nuova condivisione di obiettivi tra i produttori e gli imbottigliatori, che nelle Venezie lavorano per consolidare l’immagine dell’enologia italiana del mondo”.
Sotto il profilo squisitamente tecnico, con la pubblica audizione è stato portato a termine un lungo percorso durato un anno e mezzo che ora dovrebbe essere in discesa. “Venerdì 2 settembre si riunirà il Comitato nazionale vini per esprimere un parere sul disciplinare – spiega De Martin -. Dopo cinque giorni la decisione sarà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale e da quel momento gli operatori avranno sessanta giorni per presentare controdeduzioni ed eventuali ricorsi. Ci auguriamo di arrivare a novembre ad avere la nuova denominazione, in modo da poter commercializzare nel 2017 la vendemmia 2016 con la nuova doc”.