Secondo la costituzione, il turismo è materia di competenza esclusiva delle Regioni. Il Dipartimento non ha alcun potere per avvicinarsi ai cittadini, rafforzare i legami col territorio, dare assistenza agli operatori.

La sede che il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo ha aperto a Monza è priva di qualsiasi funzione e gli scopi annunciati dal ministro, Michela Vittoria Brambilla, sono del tutto estranei ai poteri in materia di turismo riconosciuti allo Stato dall’articolo 117 della Costituzione, essendo il turismo settore economico di esclusiva competenza delle Regioni.
La puntualizzazione arriva da Agriturist, associazione di Confagricoltura per lo sviluppo dell’agriturismo e del turismo rurale, che si dichiara esterrefatta dalle dichiarazioni del ministro a proposito delle funzioni delle sedi decentrate (dopo quella di Monza, ne è prevista una anche a Napoli) che servirebbero a "rafforzare il legame col territorio", "avvicinarsi sempre di più ai cittadini", "essere sul campo al fianco dei nostri bravi operatori".
Le affermazioni del ministro – prosegue la nota di Agriturist – ignorano che al Dipartimento spetta esclusivamente il coordinamento generale delle politiche turistiche regionali, la promozione complessiva del "prodotto" Italia sul mercato delle vacanze, la rappresentanza nell’ambito delle istituzioni internazionali di settore.
Il turismo italiano – denuncia Agriturist – sta attraversando un periodo molto delicato per gli effetti della crisi economico-finanziaria internazionale e della durissima manovra di stabilizzazione del bilancio statale. Piuttosto che dedicare tempo e denaro alla creazione di sedi inutili, sarebbe opportuno che il Dipartimento elaborasse finalmente il piano organico di rilancio del settore sollecitato da tutte le organizzazioni di categoria, mantenesse l’impegno di riorganizzare il sito internet ufficiale del turismo italiano, www.italia.it, adottasse provvedimenti urgenti per ridurre i costi delle imprese e sostenere l’occupazione, diversificasse la promozione valorizzando concretamente anche il turismo rurale, enogastronomico e naturalistico, soprattutto all’estero.
Anche le imprese agricole – conclude Agriturist – attendono con ansia la ripresa del turismo perchè il settore sostiene consistenti consumi di prodotti agroalimentari di qualità e l’ospitalità offerta dalle circa 20 mila aziende agrituristiche. Per queste ultime, negli ultimi due anni, si è registrata una perdita di fatturato del 12%.