La proposta di Confagricoltura Veneto all’assessore Donazzan: “Corsi per riqualificare i lavoratori espulsi da altri settori”
L’assessore: “Pronti a cofinanziare tre fondi sociali europei per la rioccupazione e la formazione”

Formare e riqualificare gli inoccupati espulsi da altri settori produttivi che potrebbero trovare collocazione in ambito agricolo. E’ la proposta che Confagricoltura Veneto ha presentato nella sede di Confagricoltura Vicenza a Elena Donazzan, assessore regionale alla Formazione e lavoro, in un incontro che ha affrontato temi importanti per gli agricoltori: la lotta al caporalato, la formazione E-learning e le misure a sostegno dei lavoratori e delle aziende agricole in tempi di crisi.
All’incontro erano presenti il presidente regionale di Confagricoltura Lorenzo Nicoli, il direttore regionale Luigi Bassani e tutti i presidenti provinciali del Veneto. “Sta iniziando una timida ripresa, ma per molti lavoratori che hanno perso il lavoro o sono inoccupati la possibilità di reinserimento probabilmente non sarà nei settori di provenienza, ma in quelli che stanno registrando i dati migliori di crescita – ha spiegato Nicoli -. Tra questi figura il settore agricolo, che offre un ampio spettro di opportunità occupazionali come confermano le richieste che arrivano dalle nostre imprese per l’impiego di manodopera qualificata in ambito vitivinicolo, ortofrutticolo, di progettazione del verde, degli agriturismi”.
I dati di Veneto Agricoltura del 2014 confermano il trend di crescita, soprattutto per quanto riguarda i dipendenti agricoli. Nel 2014 il Veneto ha registrato 20.024 dipendenti agricoli, con una crescita dell’8,1 rispetto ai 18.524 del 2004. Mentre nel 2014 il saldo negativo degli occupati totali negli altri settori cresce, l’agricoltura fa segnare il secondo risultato migliore in termini di variazione percentuale rispetto al 2013 (+271%, secondo solo al +483,7% raggiunto dagli “altri servizi”). L’agricoltura è il sesto settore per numero di assunzioni in termini assoluti, dopo il commercio e tempo libero, i servizi alla persona, il metalmeccanico, il made in Italy e l’ingrosso e logistica, realizzando circa l’8,5% del totale delle assunzioni effettuate in Veneto nel 2014. Considerando i saldi 2008-2014, corrispondenti agli anni della crisi economica, l’agricoltura è uno dei pochi comparti a presentare un saldo positivo di occupati negli anni.
L’agricoltura può offrire sbocchi alla crisi puntando sulla riqualificazione professionale e sulla qualità – ha detto Nicoli -. Confagricoltura Veneto punta ad accreditarsi come ente di formazione della manodopera e di intermediazione tra domanda e offerta per favorire l’occupazione in piena legalità. Noi rappresentiamo 13.500 aziende associate del Veneto, di cui 4.700 che hanno dipendenti. I dipendenti agricoli che rappresentiamo sono 16 mila. Alla Regione chiediamo un sostegno per i corsi di formazione e riqualificazione professionale degli inoccupati espulsi da altri settori produttivi e per la formazione E-learning, essenziale per l’innovazione e la competitività delle nostre aziende.
Da parte nostra garantiamo l’impegno nella lotta al caporalato: in un mese e mezzo sono oltre 500 le nostre imprese agricole che hanno aderito alla Rete del lavoro agricolo di qualità lanciata dal ministro Maurizio Martina“.
Luigi Bassani, direttore regionale di Confagricoltura, propone ha chiarito l’importanza di vedere accreditato a livello regionale lo sportello di intermediazione Agrijob, che facilita l’incontro tra domanda e offerta e l’E-learning, che richiede tecnologie nuove al posto delle piattaforme attuali, ormai superate, per consentire la sua piena fruibilità.
L’assessore Elena Donazzan ha espresso grande interesse per Agrijob e il reinserimento in agricoltura dei lavoratori disoccupati: “Ringrazio Confagricoltura Veneto per queste proposte, con cui auspico una collaborazione perché in questo settore possiamo fare grandi cose – ha detto -. Creare nuove professionalità legate a questo ambito e riqualificare personale proveniente da altri settori che può essere riassorbito è una nostra priorità, che va attuata mettendo al centro le esigenze delle imprese per promuovere una formazione dedicata. Daremo il via immediatamente a tre fondi comunitari. Nonostante un bilancio molto risicato e molto ridotto – passiamo da circa un miliardo e 600 milioni del 2010 a meno di 900 per il 2016 –, garantiremo il cofinanziamento per i fondi sociali europei.”.