Si è svolto in due incontri a Treviso il 6 e 7 Ottobre 2008 il convegno internazionale organizzato dalla Rete rurale nazionale in collaborazione con il Ministero delle Politiche agricole. L`evento, realizzato nell'ambito del programma Rete Rurale Nazionale – Italia, si è articolato in due giornate di incontri e dibattiti sulle politiche di sviluppo rurale durante le quali si sono affrontati i temi più rilevanti e attuali del processo di riforma della PAC quali la competitività del sistema agroalimentare italiano e qualità dei suoi prodotti, la conservazione delle risorse ambientali e del paesaggio e nuove opportunità per chi desidera investire in agricoltura.
Con il saluto delle autorità è intervenuto il vicepresidente della Regione Veneto e assessore alle Politiche agricole e al Turismo, Franco Manzato, che ha auspicato la diminuzione della burocrazia e ha ricordato che nei rapporti tra amministrazione e imprese, questa dovrebbe essere al servizio delle stesse e non il contrario come spesso avviene. Argomento attuale e “spinoso”, spesso rimarcato anche dalle organizzazioni professionali agricole.
Ha aperto il Convegno Giuseppe Nezzo, capo dipartimento delle politiche di sviluppo economico e rurale del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali citando alcuni punti all’ordine del giorno con queste parole: "La programmazione 2007-2013 rappresenta una fase molto delicata di negoziato sul bilancio comunitario. Le risorse che saranno messe a disposizione, a partire dal 2010, dalla modulazione obbligatoria si andranno ad aggiungere al cospicuo portafoglio di cui le regioni italiane dispongono per lo sviluppo rurale". “Sono tre le sfide che dobbiamo vincere: accrescere la competitività dell'agroalimentare italiano; perseguire un buon negoziato delle prospettive di bilancio del dopo 2013”; infine – ha concluso Nezzo – “mettere a punto strategie di intervento che riconoscano all'agricoltura, anche dal punto di vista finanziario, il ruolo fondamentale che ha ricoperto nel rendere più virtuosi gli atteggiamenti dei cittadini nei confronti dell'ambiente".
Il secondo intervento a cura del dipartimento per le politiche di sviluppo del Ministero ha sottolineato il concetto della “politica rurale” come strumento di concertazione, sinergie e circolazione di informazioni che dovrebbero rappresentare la rete rurale di nuova generazione.
E’ seguito l’intervento di Giuseppe Blasi, Direttore generale dello sviluppo rurale delle infrastrutture e dei servizi del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, presentando il sito internet dedicato alla Rete rurale italiana. "Un cantiere aperto, uno spazio in costruzione in grado di offrire e ricevere spunti di discussione” “una struttura elastica e flessibile. Si tratta, infatti, di un portale ancora da completare e intendiamo portare a termine il nostro progetto con il contributo di tutti i soggetti del partenariato istituzionale e socioeconomico” – 'fare rete' significa mettere insieme una serie di esperienze”.
Nel pomeriggio sono seguite le sessioni d’approfondimento i cui risultati sono stati illustrati la seconda giornata del convegno. A conclusione dei lavori è intervenuto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia, sollevando problemi attuali quali la questione delle quote latte, la filiera agoalimentare, una modulazione più contenuta, cioè un passaggio più contenuto di risorse dal primo pilastro (il mercato) al secondo (lo sviluppo rurale) della PAC, l’esigenza di una flessibilità maggiore per l'art. 69, cioè per gli interventi straordinari nel comparto agricolo, che cambierà presto nome in art. 68 e di un  l’uso di nuovi strumenti quali la leva economica del cofinanziamento regionale e nazionale.

In sintesi il nuovo PSR dovrebbe essere vissuto dall’azienda agricola non come una serie di regole ma come opportunità di sviluppo. Regole che comunque se inquadrate sotto la “questione ambientale”, possono essere forti argomenti di discussione da sottoporre a Bruxelles. Gli anni che verranno presuppongono un progressivo passaggio di risorse dal primo pilastro della PAC al secondo pilastro e in questo norme ambientali che diventano sempre più cogenti.
Produrre, stare sul mercato e rispettare l’ambiente, vendere servizi ed essere riconosciute come elementi di salvaguardia del paesaggio rurale, queste alcune nuove sfide da raccogliere per le aziende agricole. E  qui l’incognita e la domanda che viene spontanea rilanciare: saranno all’altezza del compito la Rete e la politica di sviluppo nell’accompagnare in questa difficile fase di transizione il sistema agricolo? Il futuro è ancora da scrivere…