Da sinistra: Bonaldi, Ricci. Foto di www.federdoc.com

Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi è il nuovo presidente Federdoc dopo l’unanimità raggiunta dal nuovo cda.

Prende il posto Riccardo Ricci Curbastro che, dopo 24 anni di presidenza, ha deciso di non proseguire il suo percorso al vertice della Federazione dei Consorzi del vino italiano.

Giangiacomo Bonaldi, nuovo membro del cda Federdoc, oltre che vicepresidente del Consorzio del Prosecco DOC, presidente di ANB Coop e da poco riconfermato presidente di Confagricoltura Treviso sarà affiancato alla vicepresidenza da Francesco Liantonio, presidente del Consorzio di Tutela Vini DOC Castel del Monte, e da Filippo Mobrici, presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato.

E’ motivo di grande orgoglio per me ricevere una nomina così importante – dichiara Bonaldi – ma è soprattutto un’importante responsabilità e un impegno che intendo onorare al meglio, come Curbastro prima di me. Sono numerose le sfide che Federdoc dovrà affrontare nei prossimi anni, particolarmente in materia di sostenibilità e sicurezza per i consumatori, e abbiamo intenzione di raccoglierle con serietà e propositività, per proseguire nel migliore dei modi il lavoro di chi ci ha preceduto.

Da Confagricoltura Nazionale il presidente Massimiliano Giansanti, si congratula per l’elezione di Bonaldi alla guida della Confederazione Nazionale dei Consorzi volontari per la tutela delle denominazioni di origine.

Un grande ringraziamento va a Riccardo Ricci Curbastro, – aggiunge Giansanti – che ha lasciato il testimone dopo 24 anni al vertice di Federdoc, contribuendo in modo determinante all’affermazione e alla crescita del settore. Siamo sicuri che anche con il nuovo presidente continueremo a collaborare, insieme a tutta la filiera, per consolidare i risultati ottenuti dall’Italia in ambito internazionale e valorizzare un comparto determinante per la nostra agricoltura”.

Decisive saranno le prossime scelte politiche europee, che dovranno tenere conto di un contesto particolarmente difficile: rincari, materie prime e inflazione incidono sul bilancio delle imprese e sul potere d’acquisto dei consumatori. Il settore vitivinicolo italiano, con le sue denominazioni e altrettanti territori, è motore di sviluppo economico e di crescita del Paese: occorre difenderlo e valorizzarlo insieme a tutte le componenti della filiera”.