“L’obbligo di mettere in tavola il 65 per cento dei prodotti di provenienza aziendale sta mettendo fortemente in difficoltà gli agriturismi veneti. Perciò porterò in giunta regionale, entro la fine dell’anno, una proposta di modifica”. La promessa è dell’assessore regionale al Turismo Federico Caner, intervenuto oggi con Graziano Azzalin, vicepresidente della Terza commissione regionale, all’assemblea di Agriturist Veneto che si è svolta nella sede regionale di Confagricoltura a Mestre.
I presidenti degli agriturismi di tutte le province del Veneto hanno sottolineato le incongruenze della nuova legge regionale sull’agriturismo, che sta mettendo in crisi metà delle aziende regionali a causa dell’obbligo di somministrare nel ristoro agrituristico una percentuale del 65 per cento di propria provenienza.
Una cifra eccessiva, ha ammesso l’assessore: “Nella scorsa legislatura è stata aumentata la percentuale di prodotto che gli agriturismi devono produrre internamente– ha chiarito Caner -. Sappiamo che questo ha messo in difficoltà il 50 moltissime aziende e perciò stiamo pensando di trovare una soluzione equa, nel rispetto però delle esigenze di altre categorie economiche. Credo che con un po’ di buon senso si possa arrivare a una giusta misura tra la percentuale di prima e quella attuale, prevedendo un abbassamento parziale della soglia con l’introduzione di una percentuale di prodotto della filiera. In sostanza, nella ristorazione gli agriturismi potranno impiegare sia prodotti propri, sia di provenienza di aziende agricole del territorio. Ne ho parlato con l’assessore all’agricoltura Giuseppe Pan, che è sostanzialmente d’accordo. Appena sarà pronta la proposta, la presenteremo alle associazioni agrituristiche. Ritengo che entro la fine dell’anno la bozza possa essere portata in giunta, dopodiché dovrà passare al vaglio del Consiglio regionale”.
Graziano Azzalin, dal canto suo, si è impegnato a far leva in commissione per modificare la legge:
“L’agriturismo è nato come forma integrativa di reddito delle aziende agricole – ha ricordato -. In questo momento dal territorio arriva anche una richiesta di valorizzazione del turismo slow, che noi dobbiamo accogliere e sostenere. Credo dunque che sia giusto recepire le proposte giunte da Agriturist e dalle altre associazioni agrituristiche, abbassando la percentuale per garantire la sopravvivenza di aziende preziose per il nostro territorio in considerazione, anche, di un’evoluzione del mercato turistico”.
David Nicoli, presidente di Agriturist Veneto, chiede che la legislazione veneta trovi omogeneità con quelle delle regioni limitrofe, come la Lombardia e l’Emilia Romagna, che per gli agriturismi hanno stabilito soglie di prodotti di propria provenienza pari al 35 per cento.
“Chiediamo che sia modificata la legge regionale – spiega -, abbassando la soglia al 50 per cento e consentendo alle aziende agricole di utilizzare sia prodotti di propria provenienza, sia prodotti dop e igt di altre aziende. Vogliamo promuovere le eccellenze della nostra regione e collaborare con le altre aziende agricole, esaltando la nostra identità e il nostro territorio”.