Curto, presidente regionale del settore lattiero caseario: “Scesi da 40 a 36 centesimi al litro. Alcuni industriali caseari speculano sull’emergenza e abbassano le cifre anche in modo retroattivo”

“A due mesi dall’inizio dell’emergenza Covid alcuni industriali caseari continuano a speculare fortemente sul prezzo del latte, mettendo in grande difficoltà gli allevatori veneti. Sappiano che non staremo zitti e segnaleremo chi non rispetta i contratti, che spesso neppure ci sono, al portale del ministero istituito per contrastare le pratiche sleali”.

Fabio Curto, presidente del settore lattiero caseario di Confagricoltura Veneto, denuncia così la speculazione sul prezzo all’origine del latte da parte di alcuni caseifici industriali, che in quasi due mesi è stato abbassato da 40 a 36 centesimi al litro. “In pochissimo tempo abbiamo perso 4 centesimi sul prezzo del latte, un’enormità – spiega -, che ci mette nelle condizioni di non riuscire a pagare neppure i costi di produzione. E che soprattutto non ha motivazioni di mercato. Se è vero che è quasi totalmente scomparso il canale Horeca e ci sono difficoltà nelle esportazioni dei prodotti, è anche vero che la domanda di prodotto da parte della Gdo e dei negozi di vicinato è notevolmente aumentata, compensando le altre perdite. Addirittura, per alcuni prodotti caseari ci sono stati aumenti a doppia cifra in termini percentuali. Nonostante questo, ci sono caseifici industriali e privati che, dalla sera alla mattina, mandano lettere agli allevatori che impongono abbassamenti di prezzo in maniera unilaterale. Addirittura con effetto retroattivo di un mese rispetto al latte già consegnato. Ma ci sono anche situazioni in cui non c’è neppure un contratto e tutto viene comunicato a voce, in barba alle norme che impongono di fare contratti scritti e a scadenza annuale”.

In Veneto gran parte del latte, circa 12 milioni di quintali all’anno prodotti da circa 3.000 aziende zootecniche, viene trasformata in prodotti dop e di alta qualità. “Tra gli industriali c’è chi si vanta di fare dop e “i prodotti più buoni”, ma poi sfrutta chi gli fornisce la materia prima di qualità – rimarca Curto -. Spiace constatare che in questi difficili momenti di emergenza, in cui la filiera zootecnica dovrebbe dare maggiori segnali di solidarietà e mettere da parte le naturali frizioni tra chi vende e chi acquista il latte, ci sia chi cerca di approfittare della situazione per innestare una spirale ribassista e speculativa. Noi diciamo basta ai comportamenti inaccettabili di questi caseifici industriali e faremo delle segnalazioni al ministero e ad Agcm (Autorità garante della concorrenza e del mercato) su chi specula, in seguito alle quali verranno fatti dei controlli che andranno a verificare le eventuali pratiche sleali. Chiediamo alle istituzioni di intervenire per tutelare le tante aziende che rischiano di chiudere”.

Confagricoltura Veneto propone anche che i fondi messi a disposizione per l’acquisto di prodotti lattiero caseari per l’aiuto agli indigenti vadano a vantaggio solo delle aziende virtuose, escludendo chi ha speculato sull’emergenza. “Pur comprendendo le difficoltà che sta vivendo la parte industriale e restando sempre aperti al confronto, non possiamo accettare posizioni preconcette di chi vuole condividere solo le potenziali perdite e non sembra comprendere che solo una filiera unita e solidale potrà resistere alla crisi e ripartire più forte di prima”, chiarisce Curto, che ringrazia invece il mondo cooperativo veneto “per il sostegno che continua a garantire agli allevatori. Le maggiori cooperative sono state al nostro fianco anche nella battaglia portata avanti con la Regione Veneto contro l’allungamento della data di scadenza del latte fresco. Battaglia che abbiamo vinto proprio grazie alla coesione della filiera”.