L’azienda agricola Ponte Vecchio apre le porte il 2 dicembre per presentare l’innovativo software che tiene sotto controllo i robot che gestiscono mungitura, alimentazione e allattamento

Famiglia Curto
La Famiglia Curto

Dalla mungitura all’allattamento dei vitelli, dall’alimentazione al controllo delle malattie: tutto con una app. È di Vidor, in provincia di Treviso, la prima stalla interamente robotizzata d’Italia, dove con un unico software viene tenuto sotto controllo l’intero andamento dell’allevamento. Si tratta dell’azienda agricola Ponte Vecchio, che venerdì 2 dicembre presenterà in anteprima assoluta la novità con un Open day nazionale, in collaborazione con Lely, azienda leader mondiale nella robotizzazione degli allevamenti, che punta a far scoprire come l’automazione si possa adattare all’allevamento zootecnico da latte.

Durante l’evento, che si svolgerà dalle 10 alle 16, sarà possibile vedere in anteprima come lavora il nuovo software gestionale del robot, massimizzando l’efficienza della stalla. Saranno presenti addetti del settore, la stampa specializzata e anche Mario Guidi, presidente nazionale di Confagricoltura, che arriverà per applaudire quella che è una vera e propria rivoluzione innovativa nelle stalle italiane.

«Ci sono già aziende in Italia ad avere adottato la tecnologia in alcune fasi della produzione, ma la nostra è la prima ad essere completamente robotizzata – spiega Fabio Curto, che conduce l’azienda con i familiari ed è presidente del settore lattiero caseario di Confagricoltura Veneto -. La novità è che tutto è controllato dal computer o da una app sullo smartphone con un unico software gestionale, in maniera costante e continua 24 ore su 24, a garanzia non solo di una maggiore efficienza produttiva, ma anche del benessere degli animali e di una maggiore qualità della produzione. In qualsiasi parte del mondo io sia, basta che apra la app sul telefonino per avere sotto controllo la situazione delle stalle e sapere se le vacche mangiano e quanto mangiano, se hanno qualche problema sanitario, quanto latte fanno, se sono in calore e se hanno la mastite, se i vitellini vengono allattati a sufficienza. Qualsiasi tipo di anomalia o non conformità viene segnalata dal sistema, così come è possibile conoscere i dati sull’efficienza dell’allevamento, sulla produzione, sul consumo dell’energia».

L’azienda Ponte Vecchio è una realtà storica, fondata da Sebastiano Curto negli anni Cinquanta, costruita all’interno di un vecchio mulino vicino al ponte che, attraversando il Piave, unisce la pianura trevigiana a Valdobbiadene. Oggi le redini sono in mano ai giovani che, in un momento di crisi come quella che sta attraversando il settore lattiero-caseario, hanno voluto con coraggio puntare sul futuro in maniera importante, innovando in tecnologia e management aziendale fino ad arrivare ad essere un unicum da imitare.

«Lo sviluppo tecnologico non ci fa perdere il fil rouge che ci lega alla tradizione – avverte Curto -, che la nostra azienda porta avanti sia nella trasformazione dei prodotti, sia nella gestione attenta del territorio. Abbiamo ristrutturato un vecchio alpeggio delle Prealpi trevigiane, Malga Mariech, dove le vacche di razza bruna pascolano durante l’estate, garantendoci la produzione di formaggi pregiati e multipremiati. Siamo anche molto attenti alla sostenibilità ambientale, avendo raggiunto l’autosufficienza energetica da fonti rinnovabili. Riteniamo, però, che oggi sia fondamentale evolversi al passo con le più moderne tecnologie produttive, per far fronte a diversi e nuovi scenari. Le tecnologie ci sollevano da gran parte del lavoro manuale, consentendoci un’organizzazione più svincolata dagli orari: a Natale non devo più, ad esempio, alzarmi alle 5 per mungere, perché posso organizzare tutto con il software. Ma anche la qualità e la produzione migliorano, perché le vacche si possono mungere fino a cinque volte al giorno con meno probabilità di mastite, in quanto la ghiandola mammaria è meno stressata. I dati parlano da soli: da quando abbiamo introdotto i macchinari i capi sono aumentati del 25 per cento, così come la produzione di latte».

L’azienda Ponte Vecchio munge attualmente 120 vacche con due robot Lely Astronaut, un box dotato di un braccio meccanico. Con un Lely Vector, un robot dotato di un grande serbatoio, viene distribuito il cibo, mentre l’allattamento dei vitellini viene garantito da un robot Lely Calm, fornito di ciuccio. Ovviamente la presenza dell’uomo è sempre necessaria per il controllo delle macchine e nelle diverse fasi della produzione.

Questo il filmato sulla mungitura con robot nell’azienda Ponte Vecchio: