Lettera delle organizzazioni professionali ai comuni: “Applicate la riduzione, ne avete facoltà”

17 gennaio 2012 – Oltre ai terreni anche stalle e i fienili, gli annessi rustici, i capannoni per ricovero attrezzi: l’IMU non risparmia neanche quelli che sono di fatto i mezzi di produzione per le imprese agricole.
Per questo le associazioni di categoria del settore (Cia, Copagri, Confagricoltura)  hanno scritto a tutti i Sindaci del Veneto invitandoli ad applicare la facoltà, stabilita per legge, di ridurre fino al 50% la nuova tassa soprattutto per gli agricoltori che coltivano direttamente il fondo.
L’intervento presso le amministrazioni pubbliche è volto a scongiurare la scomparsa di un tessuto di imprese che crea occupazione, garantisce l’equilibrio idrogeologico e la produzione di tipicità che fanno la ricchezza agroalimentare unica al mondo.
“Vogliamo richiamare alla stessa sensibilità tutti i primi cittadini – hanno detto i presidenti delle organizzazioni – perchè non è possibile trattare un bene che produce reddito attraverso la sua coltivazione come un bene che viene acquisito per intenti speculativi da parte di soggetti terzi rispetto al mondo agricolo”.
A livello nazionale è stato già avviato un confronto serrato con il Governo al fine di differenziare i parametri riducendo l’aggravio per gli imprenditori  iscritti come coltivatori diretti alla previdenza Inps.
Ma l’entità della manovra rimane un vero e proprio salasso dove i valori del prelievo triplicano.
Cia, Coldiretti, Confagricoltura Copagri intraprendono un’azione unitaria per tutelare l’agricoltura vessata da tassazioni che minano seriamente la competitività del comparto: la superficie agricola, le strutture connesse all’attività sono strumenti di lavoro e non capitali rifugio per gente d’affari. Un occhio di riguardo dunque, a chi con la terra ci lavora e non vive di rendita fondiaria.