Un gruppo di agricoltori giapponesi, capitanati dal grande chef Masayuki Okuda, ha fatto tappa nel Trevigiano per imparare tutti i segreti del radicchio tardivo. Confagricoltura Veneto li ha accolti nell’azienda Mauro Brognera di Zero Branco, con l’agronomo Dino Masetto, spiegando tutto sulla coltivazione, sull’imbianchimento e sulla raccolta dell’ortaggio.

La comitiva, composta da una trentina di persone, è arrivata dalla prefettura di Yamagata, che si trova nell’isola di Honshu e conta oltre un milione di abitanti, per un viaggio a tema nel Nord Italia mirato a conoscere i migliori prodotti agroalimentari. Masayuki Okuda, che ne era alla guida, in quella regione ha fondato il suo primo ristorante, dove si cucinano le verdure italiane. Uno dei suoi menu è specificatamente dedicato al radicchio. Lo chef giapponese, che è stato ai fornelli al forum di Davos e all’Expo di Milano, ha voluto inserire nel tour la tappa trevigiana proprio per approfondire la conoscenza del radicchio tardivo, sia per una futura coltivazione in Giappone, sia per sapere quali possano essere i suoi usi in cucina.

L’agronomo Dino Masetto ha illustrato tutto il processo produttivo, dalla semina all’impianto, soffermandosi soprattutto sulla fase dell’imbianchimento, alla quale i giapponesi erano particolarmente interessati. Successivamente il gruppo è stato portato nell’ala aziendale dedicata alla lavorazione del prodotto, dove i giapponesi hanno potuto apprendere come si tolgono le foglie esterne, come si pulisce la radice e come si confeziona. La giornata si è conclusa nel vicino agriturismo Ca’ de Memi, dove la comitiva ha potuto assaggiare il radicchio in tutte le salse: insalata di radicchio crudo con finocchio e arance; insaccati local con radicchio in agrodolce; ricotta gratinata con radicchio spadellato; crespelle al radicchio e asiago; gallina padovana con patate e radicchio.

La soddisfazione per la visita è stata espressa ufficialmente da Yasue Funayama, membro della Camera dei consiglieri del Giappone specializzata in politiche agricole, che in una lettera ha sottolineato il desiderio di far personalmente visita alle aziende trevigiane per conoscere da vicino la realtà del radicchio e ha auspicato che lo scambio proficuo con la regione di Yamagata si approfondisca ulteriormente.