Presso l’Istituto Brandolini si è tenuto il convegno su costi, adempimenti e novità relative all’IMU.
Il relatore, il dott. Nicola Caputo, è il responsabile fiscale di Confagricoltura Nazionale.
Il tema è di grande interesse dato che l’imposta municipale applicata ai fabbricati rurali comporterà un raddoppio del costo sopportato dagli agricoltori.
Nicola Caputo è il massimo esperto in Confagricoltura di questioni fiscali, egli ha analizzato a fondo la questione e ha stimato che per l’erario il gettito in entrata da 9, 2 miliardi (per l’ex ICI) passerà quest’anno a 21,8 miliardi di euro a livello nazionale. Questa cifra può far intendere immediatamente quanta sia grande la preoccupazione da parte del mondo agricolo.
In discussione è il Decreto Legge 201/2011 che ha anticipato dal 2014 al 2012 l’applicazione della nuova imposta municipale in sostituzione dell’ICI.
“Questa imposta sui fabbricati è stata trattata con una gran fretta e senza una logica, se non quella di far cassa. C’è stata una rincorsa negli anni a cercare di superare un principio che, da un punto di vista del catasto, perdura da quando sono stati fissati i criteri delle rendite derivanti dal possesso dei terreni e dallo svolgimento dell’attività agricola.
Quando sono state fatte le rendite, si è tenuto conto della redditività dei fabbricati. Persino il Direttore dell’Agenzia delle Entrate ha ammesso che non si può fare una stima del gettito IMU sui fabbricati rurali e ciò, conferma che il Decreto non è logico. Oggi l’ulteriore vero onere, oltre all’imposta, è rappresentato dal costo dell’accatastamento, dato che bisogna rivolgersi ai professionisti abilitati, ciò comporterà dei costi notevoli per le imprese agricole”.
Nicola Caputo afferma “Si tratta di una doppia imposizione fiscale, data dall’aumento della tassazione sui terreni, unitamente a quello autonomo dei fabbricati e ciò, è contrario ai principi di rilevanza costituzionale”.
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