Il presidente Giustiniani all’assemblea di Confagricoltura Treviso: Mercato instabile, bisogna attrezzarsi per resistere Prosecco trainante, ma bisogna gestire produzione e qualità

“Dove sono andati a finire tutti i progetti di aggregazione tra le cooperative trevigiane? Non se ne parla più: ognuno è chiuso nel proprio orticello e anche le aziende agricole che hanno usufruito dei contratti di rete si contano nella Marca sulle dita di una mano. Non è così che si affronta il mercato globalizzato di oggi. Dobbiamo cambiare passo”.
Ha strigliato gli agricoltori il presidente Lodovico Giustiniani durante l’assemblea annuale di Confagricoltura Treviso, che si è svolta ieri, 30 maggio 2016, alla Barchessa Ninni Riva di Monastier. Una lunga relazione, la sua, che ha sancito la fine di un triennio di presidenza tracciando un bilancio complessivo degli obiettivi raggiunti e una panoramica dell’agricoltura trevigiana che, ad eccezione del Prosecco, sta vivendo una fase di grande sofferenza. La crisi lunga e difficile ha messo in ginocchio molte aziende della Marca, ma non deve vedere gli agricoltori nella veste di spettatori passivi ma, al contrario, in quella di attori protagonisti in grado di attrezzarsi per affrontare un mercato fortemente instabile.
I nostri agricoltori sono preoccupati e molto arrabbiati – ha detto Giustiniani -. La crisi del Paese perdura e i segnali di ripresa sono ancora deboli. I prezzi pagati ai produttori sono a livelli bassissimi e spesso inferiori ai costi di produzione. Tutti i settori, ad eccezione del Prosecco, stanno attraversando un periodo nero. Soffrono i seminativi, l’ortofrutta, la fungicoltura, così come gli allevamenti di bovini da latte e da carne, i suinicoli, gli avicoli e i cunicoli. I prezzi dei prodotti sono in costante oscillazione e la tendenza è al ribasso. Per il latte possiamo parlare di una discesa continua, che sta portando alla chiusura di molti allevamenti. Gli allevamenti bovino e suino soffrono a causa di un calo dei consumi, conseguente alla crisi, e di campagne che demonizzano il consumo della carne. Nell’ortofrutta e nel lattiero caseario qualche soddisfazione si può trarre solo dalla vendita diretta, ma nella Marca le aziende che possono permettersi questo canale commerciale sono poche e i volumi di vendita sono ancora contenuti”.
Si salva il settore del Prosecco, che nelle sue tre denominazioni sta vivendo un momento felice: “La richiesta di prodotto è in aumento, i prezzi sono soddisfacenti e la produzione si sta adeguando, anche in termini quantitativi, alla domanda – ha puntualizzato il presidente -. Il fenomeno Prosecco è uno dei più importanti successi dell’imprenditoria trevigiana: ora si tratta di consolidarla e svilupparla con la dovuta prudenza, avendo presente che uno dei principali fattori di successo è stato ed è il giusto equilibrio tra qualità e prezzo. Sta a noi il compito di gestire la produzione in funzione del livello della domanda di prodotto, garantendo costantemente la qualità”. Da non dimenticare gli altri due vini di assoluta importanza nel Trevigiano, “il Pinot grigio e il Raboso, che meritano un ulteriore sforzo per la loro affermazione sui mercati nazionali ed esteri”.
Quindi una veloce carrellata sul mondo del lavoro, che nella Marca vede segnare una sostanziale stabilità dell’occupazione per quanto riguarda gli operai agricoli, con una leggera tendenza al rialzo: “L’utilizzo dei voucher continua ad essere rilevante – ha osservato il presidente -, senza mai andare a intaccare le giornate di lavoro denunciate per il tempo indeterminato e determinato. Ora però bisogna arrivare ad una piena equiparazione dell’utilizzo dei voucher in agricoltura a quello previsto per gli altri settori. Molte persone in mobilità potrebbero trovare occupazione occasionale nel nostro settore, ma ne sono impedite per la mancanza dei requisiti richiesti per il lavoro occasionale”.
A breve partiranno le trattative per il rinnovo del contratto provinciale di lavoro per gli operai agricoli, scaduto alla fine del 2015. “La piattaforma di rivendicazioni che ci hanno tramesso i sindacati ci lascia perplessi – ha tagliato corto Giustiniani -: ancora una volta si considerano le dinamiche salariali come variabili indipendenti dal contesto economico produttivo. Ma, come sempre, ci siederemo al tavolo delle trattative per cercare una chiusura equa del contratto”.
Infine il punto dolente della politica: “Alla politica comunitaria chiediamo una rapida chiusura dell’embargo russo, dannosissimo per il nostro comparto, anche perché c’è il fondato rischio che i nuovi canali commerciali aperti dalla Russia si consolidino nel tempo a scapito dei nostri”. Una stoccata alla politica nazionale, disastrosa nell’attuare la Pac, la politica agricola comune: “Siamo a giugno e le nostre aziende non hanno ancora ricevuto alcun importo relativo ai pagamenti accoppiati, mentre i pagamenti per i titoli e il greening non raggiungono neppure il 50 per cento delle domande. I sistemi informatici non funzionano, la burocrazia è asfissiante e gli enti pagatori Agea e Avepa si rimpallano le responsabilità”.