Il presidente di Confagricoltura Veneto, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, richiama l’attenzione delle autorità e di tutto il mondo agricolo sulle ripercussioni che la nuova PAC potrebbe avere sul settore primario della nostra regione
 
Tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti, dalla Regione ai parlamentari europei e nazionali eletti in Veneto e alle associazioni di categoria, devono vigilare, anche dando vita ad un tavolo permanente di confronto, per evitare che a Bruxelles vengano prese decisioni penalizzanti per l’agricoltura veneta in sede di riforma della PAC.
E’ questo, in sintesi, il messaggio che Giangiacomo Bonaldi vuole inviare a tutti gli interessati, per evitare che si spargano lagrime quando sarà troppo tardi per rimediare.
I motivi di allarme su cui il presidente di Confagricoltura Veneto richiama l’attenzione sono i seguenti: la possibile riduzione di un terzo dell’attuale budget, pari a 420 milioni, assegnato al Veneto per i pagamenti diretti; la prevista eliminazione dei titoli speciali senza terra, che colpirebbe fortemente la zootecnia da carne, allevatori comuni come soccidari e soccidanti; l’obbligo della diversificazione colturale e l’importanza crescente attribuita alle misure agroambientali anche nell’Asse 1, con rilevanti ripercussioni su un’agricoltura fortemente specializzata come quella veneta; il tetto massimo per gli aiuti diretti, che danneggerà le grandi aziende; l’abbandono definitivo del metodo storico di calcolo dei pagamenti diretti, che penalizzerà comparti fondamentali per la nostra agricoltura come l’allevamento bovino da carne e da latte, il riso e il tabacco. 
Ce n’è abbastanza, conclude Giangiacomo Bonaldi, per suonare il campanello d’allarme, affinché ognuno si assuma le proprie responsabilità di fronte a degli scenari che si presentano particolarmente preoccupanti per tutta la filiera agroalimentare veneta.