“Non è una bestemmia ipotizzare di entrare nell’azionariato della Grande Distribuzione Organizzata del Veneto, dove trattare direttamente azioni di valorizzazione e tutela della nostra agricoltura”. La proposta è stata avanzata dal vicepresidente della Giunta regionale Franco Manzato, intervenuto a Limena, in provincia di Padova, all’Assemblea straordinaria promossa da Confagricoltura Veneto sull’attuale crisi del comparto, definita come la più grave del dopoguerra.
I lavori sono stati chiusi dallo stesso presidente nazionale dell’organizzazione Federico Vecchioni, che nell’occasione ha preannunciato la presentazione a breve di un progetto per l’agricoltura italiana, attorno al quale chiamare a raccolta agricoltori e istituzioni. All’affollata assise erano presenti anche gli assessori Isi Coppola, Elena Donazzan, Renzo Marangon e Vendemiano Sartor, e i consiglieri regionali Onorio De Boni, Amedeo Gerolimetto, Vittoriano Mazzon, Clodovaldo Ruffato e Carlo Alberto Tesserin. “Nella situazione odierna la politica potrebbe intervenire anche acquistando asset importanti per la propria economia – ha spiegato dal canto suo Manzato – e del resto a livello mondiale molti Paesi stanno utilizzando fondi sovrani proprio per entrare in comparti ritenuti strategici. Il mercato o è davvero libero e con regole  eguali per tutti, oppure certi vincoli sono solo un danno per le nostre imprese”. “Di sicuro la situazione di crisi oggi richiede decisioni importanti ha aggiunto Manzato – e in questa direzione si può pensare anche ad una presenza del primario nel Consiglio di Amministrazione della Finanziaria regionale Veneto Sviluppo. Quest’ultima tra l’altro dovrebbe chiudere entro dicembre un accordo da 200 milioni di euro con la Cassa Depositi e Prestiti”. “Nella nostra azione – ha ribadito – dobbiamo avere come obiettivo la redditività delle imprese e dobbiamo tutti essere determinati – ha concluso – nell’affrontare assieme la crisi con una prospettiva strategica, operando fin d’ora per avere gli strumenti che ci permettano di affrontare il “dopo 2013”, data che segnerà un sostanziale ridimensionamento del supporto comunitario al settore”.