Al fine di mantenere il livello di sostanza organica nel suolo e di salvaguardare la sua struttura, è opportuno favorire l’avvicendamento delle colture sullo stesso appezzamento di terreno agricolo.
Pertanto, non potranno avere una durata superiore a cinque anni le monosuccessioni dei seguenti cereali:
frumento duro, frumento tenero, triticale, spelta, segale, orzo, avena, miglio, scagliola, farro, mais e sorgo.
 
Per monosuccessione di cereali s’intende la coltivazione dello stesso cereale sul medesimo appezzamento per 2 o più anni consecutivi. La successione dei seguenti cereali (frumento duro, frumento tenero, triticale, spelta, segale, orzo, avena, miglio, scagliola, farro) è considerata, ai fini della presente norma, come monosuccessione dello stesso cereale.
 
Il computo degli anni di monosuccessione decorre a partire dall’anno 2008.
Non interrompono la monosuccessione le colture intercalari in secondo raccolto.
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 Commenti:
il presente Standard prevede una durata massima della monosuccessione pari a cinque anni. La valutazione degli ordinamenti colturali in rotazione viene effettuata a partire dal 1° gennaio 2008, e quindi sino al 2012 compreso è possibile effettuare la stessa coltura.
Chi ha coltivato lo stesso cereale dal 2008 al 2012 compreso, es. MAIS, dovrà quindi cambiare la coltura nel 2013 interrompendola, sempre a titolo d’esempio, con un frumento a semina autunnale 2012.
 
Dopo il 2012 come fare per prolungare la monosuccessione?
La normativa lascia spazio all’utilizzo delle deroghe quali:
1. ricado nella monosuccessione di riso;
2. sono adottati sistemi di tracciabilità dell’uso agronomico dei fertilizzanti azotati organici. Nel caso specifico della Regione del Veneto, la tracciabilità è assicurata qualora i dati siano inseriti nel sistema applicativo A58Web“Software nitrati”.
3. posso dimostrare il mantenimento del livello di sostanza organica, mediante analisi del terreno da eseguirsi, in conformità alle metodologie ufficiali, in uno degli anni del periodo di monosuccessione e dopo il raccolto del cereale coltivato nel “periodo in deroga”. Per “periodo in deroga” si intende ogni anno successivo al termine della durata massima prevista per la monosuccessione;
 
Per la deroga al punto 3.  
Praticamente confrontando le analisi al quinto anno o precedenti con quelle del 2013, se rilevo una diminuzione della S.O., devo intervenire con la fertilizzazione ed effettuare interventi di ripristino della stessa, tramite sovescio, letamazione o altri interventi di fertilizzazione (sempre organica),
Problemi:
per il 2012 (compreso) devo organizzarmi per dei campionamenti su terreno omogeneo per produrre il mio "testimone", da confrontare con le analisi degli anni successivi (quelle del 2013). Attenzione non si parla della stessa particella ma di appezzamenti con le stesse caratteristiche. La metodologia di prelevamento del campione dovrebbe essere rappresentativa. I laboratori vanno scelti tra quelli accreditati.
Ancora sull’interruzione della monosuccessione: 
non interrompono la monosuccessione le colture intercalari in secondo raccolto. Una coltivazione di loietto, fatta dopo il mais, anche se venisse fatto un sovescio per poi riseminare il mais, lo stesso anno, non può essere considerata un interruzione della monocoltura. Si deve interrompere il periodo riferendosi sempre alla prima coltura nel piano che vado a gestire tramite il fascicolo di AVEPA. Per evitare analisi è bene quindi organizzarsi con delle rotazioni a "blocchi" tra appezzamenti gia nel 2011,  es. metà mais e metà frumento, per inveritire le stesse l’anno successivo, oppure avvicendare tutta l’azienda nel 2013 (ho interrotto la monosuccessione).