I contratti di filiera per il grano duro sembra siano stati utili nel 2020 quando, di fronte ad un mercato stagnate, hanno garantito il ritiro del prodotto e i relativi pagamenti, con soddisfazione particolare delle aziende che sono riuscite ad ottenere i premi e le maggiorazioni per la qualità del prodotto. Inoltre con il Decreto Ministeriale 20 maggio 2020 (pubblicato sulla G.U. del 7 luglio) sono stati fissati i criteri e le modalità di ripartizione delle risorse del fondo grano duro prevedendo l’assegnazione di 10 milioni di Euro per ogni anno a partire dal 2020 e fino al 2022, a cui si aggiungono i residui di stanziamento dell’esercizio 2019 pari ad ulteriori 10 milioni di Euro. Possiamo dire che il contratto di filiera per il grano duro è uno strumento utile per la valorizzazione del prodotto e serve a consolidare il rapporto con l’industria italiana. Va tenuto presente che diversi marchi hanno deciso di produrre pasta 100% italiana arrivando al 34% del prodotto destinato al mercato nazionale.
Ricordiamo che il contributo di 100 euro per ettaro è destinato alle aziende agricole che abbiano sottoscritto entro il 31 dicembre dell’anno precedente alla scadenza della domanda, direttamente o attraverso un organismo associativo (cooperativa o consorzio), un contratto di filiera di durata almeno triennale. Sarà possibile sottoscrivere contratti di filiera anche per i prossimi anni, il cui premio è però condizionato all’erogazione di nuovi finanziamenti e alla proroga della misura.
Aggiungiamo che nell’ambito del protocollo “qualità grano duro” sono è stato approvato il “Documento di indirizzo per la definizione dei contratti di filiera” di cui si allega una sintesi predisposta da Confagricoltura.
Scarica la sintesi del documento
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